2023riello1411

L’ETICA DEVE FARE I CONTI CON LA COTICA – A LONDRA È PARTITO IL DIBATTITO SULL’OPPORTUNITÀ, DA PARTE DEI MUSEI, DI ACCETTARE FINANZIAMENTI DA SPONSOR CON UNA DUBBIA MORALITÀ – ANTONIO RIELLO: “SPESSO SONO GLI AFFARI DISDICEVOLI CHE CONSENTONO ALLA CULTURA DI PROSPERARE. C'È UNA ALTERNATIVA: FAR PAGARE DEI COSTOSI BIGLIETTI D'INGRESSO AI VISITATORI. O NON FARSI TROPPI PROBLEMI SUL PROFILO ‘POLITICALLY CORRECT’ DEI FINANZIATORI PRIVATI, O PRECLUDERE MOLTE ESPERIENZE CULTURALI AI MENO ABBIENTI O LASCIARE ANDARE IN BANCAROTTA I MUSEI…”

Antonio Riello per Dagospia

 

antonio riello museum wars

Il direttore della National Portrait Gallery di Londra, Nicholas Cullinan, sostiene - in un'intervista al quotidiano The Times - che al giorno d'oggi i musei non possono più permettersi di sindacare sulla moralità dei propri sponsor. O almeno non oltre un certo grado (è chiaro che una associazione criminale non è esattamente la benvenuta). Altrimenti, vista la endemica scarsità di sussidi pubblici, l'attività e l'esistenza stessa dei musei rischiano grosso.

 

Questa affermazione fa seguito ad una serie di diatribe sul supporto alla cultura britannica da parte di importanti aziende. I finanziamenti offerti dalla Purdue Pharma  posseduta dalla famiglia Sackler sono stati i primi ad essere rifiutati.

 

Negli USA l'OxyContin, farmaco prodotto da questa azienda, è responsabile di una massiccia e devastante ondata di tossicodipendenza da oppiacei "legali". Tra varie altre cose i Sackler avevano finanziato la nuova ala della Serpentine Gallery che appunto, inizialmente, aveva preso il nome di Serpentine Sackler. (dal 2021 l'imbarazzante nome è stato eliminato). In effetti non un partner culturale ideale.

 

nicholas cullinan 01.

Poi è stata la volta della BP (British Petroleum). La Tate, il National Theatre e altri musei hanno cessato di accettarne i fondi. La National Gallery di Londra ha chiuso la collaborazione con la Shell nel 2018 (dopo 12 anni di generosi finanziamenti) e così ha fatto anche il Natural History Museum.

 

Questa volta la faccenda suona più ideologica che altro. La gente dell'arte più radicale ritiene che il denaro legato a chi (seppure nel pieno della legalità) ha a che fare con i combustibili fossili sia denaro "sporco" e vada rigettato. BP e Shell sono marchi che nel mondo degli attivisti ambientali sono diventati dei paria: c'è chi dice sia meglio non essere associati con chi produce o vende derivati del petrolio.

 

serpentine (ex serpentine sackler) 1

Di questo passo, prima o poi, accadrà che se un tizio - che di lavoro fa il benzinaio - proverà ad entrare in una galleria per comperare un'opera (probabilmente una piccolina e non troppo costosa) verrà bruscamente allontanato da qualche comitato di artisti/curatori (gli "attivisti ben pensanti" di turno).

 

Intendiamoci, non viene naturale quasi a nessuno avere simpatia per delle multinazionali che spesso hanno purtroppo dimostrato di essere senza scrupoli per accontentare i propri avidi azionisti. Però rimane un dato di fatto che attualmente - volenti o nolenti - il Mondo (come lo conosciamo) non potrebbe (di già) andare avanti senza un certo consumo di combustibili fossili.

art not oil proteste contro i finanziamenti di bp ai musei

 

E non è criminalizzando chi li estrae/vende che si risolve correttamente ed efficacemente il problema. Anche se oggi sembra molto "cool" per i giovani radical contestare in questo modo (magari dopo essere appena arrivati da un lungo viaggio in aereo....).

 

La National Portrait Gallery attualmente, come la maggior parte dei musei britannici (che in genere concedono l'entrata gratuitamente, fatta eccezione per alcune mostre temporanee) è supportata da fondi pubblici per circa il 30% del proprio bilancio. Il resto proviene da:

 

blavatnik foundation

1.        la vendita di biglietti di alcune specifiche mostre

2.        gestione (diretta o indiretta) di bookshop e ristoranti

3.        affitto di locali per eventi e/o cerimonie (dove e quando possibile)

4.        finanziatori privati

 

In pratica l'ultima voce è la più rilevante. La NPG ha accettato fondi dalla Herbert Smith Freehills, un importante studio legale apparentemente ben lontano dal petrolio, ma che ha comunque indirettamente sostanziali rapporti con il mondo degli idrocarburi (questa è la ragione dell'intervista appena rilasciata del direttore).

 

La recente ristrutturazione della NPG è stata possibile grazie al generoso aiuto della Blavatnik  Foundation, che è emanazione degli affari di Leonard Blavatnik (un miliardario di origine ucraina). Non è da escludersi che magari in futuro qualche legame con il business degli idrocarburi salti fuori anche qui.

 

national portrait gallery londra 1

Accettando, solo per un momento, come giusta la tesi degli ambientalisti più massimalisti il punto è proprio questo: come individuare dei finanziatori "puliti al 100%". Cosa che è in pratica impossibile dati i rapporti molto interconnessi ed estesi (e non necessariamente "trasparenti") del mondo industriale.

 

Spesso sono gli affari disdicevoli o problematici che consentono - indirettamente - alla Cultura di prosperare, almeno nei termini delle istituzioni che la rappresentano. L'Etica, in qualche modo, deve fare i conti (anche e soprattutto conti della spesa) con il costo della sopravvivenza. Che piaccia o no (e non ci piace!) la nascita del British Museum fu principalmente il frutto del lascito di Hans Sloane che si era arricchito con le piantagioni di zucchero caraibiche dove lavoravano gli schiavi razziati sulle coste africane.

 

art not oil proteste contro i finanziamenti di bp ai musei 1

C'è una alternativa: far pagare dei costosi biglietti d'ingresso ai visitatori dei musei. Ma è una decisione poco sostenibile politicamente: ovviamente apre altri spinosi problemi. Ovunque le politiche culturali - in tempi di budget pubblici molto magri - devono affrontare una situazione  paradossale. O non farsi troppi problemi sul profilo "politically correct" dei finanziatori privati (andando in contro a critiche infinite) o precludere molte esperienze culturali ai meno abbienti (avviando una altra enorme quantità di - legittime -polemiche) o lasciare andare in bancarotta e chiudere i musei (scandalosa e probabilmente la peggiore delle opzioni possibili).

 

arts council england fondi della lotteria

Una soluzione naturalmente potrebbe esser aumentare le tasse e usare queste risorse per finanziare progetti museali, ma suona molto impopolare. Nel Regno Unito ha funzionato per anni abbastanza bene un'imposta sulle lotterie. Ma oggi, a fronte di costi considerevolmente aumentati, sembra non basti più nemmeno il sostegno del vizio (del gioco) alla virtù (della Cultura).

 

 

 

art not oil proteste contro i finanziamenti di bp ai musei 4national portrait gallery londra serpentine (ex serpentine sackler) 2serpentine (ex serpentine sackler) 3art not oil proteste contro i finanziamenti di bp ai musei 2serpentine (ex serpentine sackler) art not oil proteste contro i finanziamenti di bp ai musei 3nicholas cullinan 02national portrait gallery londraart not oil proteste contro i finanziamenti di bp ai musei

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…