
“IL FLOP CON LA NAZIONALE MI MARTELLA NELLA TESTA” - SPALLETTI NON SI DA’ PACE PER LA FINE DELL’ESPERIENZA IN AZZURRO: “UNA BRUTTA BOTTA. CERTO, SE QUALCUNO EVIDENZIA QUESTA PENA E DICE 'POVERINO' GLI DO UNA TESTATA E METTO TUTTO A POSTO” – DE LAURENTIIS E L’ADDIO AL NAPOLI: “PER ME ERA DIVENTATO DIFFICILE PERCHÉ IL PRESIDENTE AVEVA PRESO IL SOPRAVVENTO. HA AGITO IN MODO PREPOTENTE” – "TOTTI? SE A ROMA TI METTI CONTRO IL RE, VAI A CASA TE. ORA IL RAPPORTO SI È RICOSTRUITO, ABBIAMO FATTO UNO SPOT PUBBLICITARIO E UNA COSA INSIEME” – E SU ICARDI…
Elisabetta Esposito per gazzetta.it - Estratti
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luciano spalletti nella sua tenuta
il caso acerbi— Della rottura con l’Italia porta ancora i segni. E fanno male: “Mi martella nella testa, non voglio togliere niente del dolore che mi provoca, lo devo vivere e assorbire tutto. Troppo? Me lo dicono tutti, ma io sono fatto così. Per me la Nazionale era il Paradiso, se succede qualcosa di storto io non lo dimentico. La mia reazione è questa.
Certo, se qualcuno evidenzia questa pena e dice “poverino” gli do una testata e metto tutto a posto. Ma sto cercando qualcosa dentro me stesso. Resto convinto di essere un uomo fortunato. Questo è una brutta botta da assorbire, ma sono certo che succederà qualcosa di ancora più bello”.
Sul comportamento di Acerbi per la partita che poteva fare la differenza non ha dubbi: “La possibilità di dirmi le cose che poi ha detto l’aveva avuta. Il giorno prima della convocazione l’ho chiamato e per dirgli che il campo dimostrava che aveva ragione lui, che era ancora uno dei più forti. Gli ho detto che era un leader, l’avevo preferito a Mancini. Mi ha risposto: ‘Se lei dice così va bene’. Poi, a pochi giorni dalla partita mi ha mandato un messaggio dicendo ‘non vengo più’. L’ho chiamato, ha ritirato fuori l’episodio di Juan Jesus…
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Se lui si è creato un’assoluzione per non avere responsabilità di quello che è successo sono contento per lui, ma la cosa è andata diversamente”. E sull'addio con il Napoli: "Per me era diventato difficile perché il presidente aveva preso il sopravvento, non mi ha mai parlato di un rinnovo o di un qualsiasi regalo per far vedere che mi voleva bene. Ha agito in modo prepotente con la prelazione sul rinnovo e ho deciso di non rimanere, anche a costo di non poter allenare come da contratto.
L'anno dopo ha creduto di poter gestire la situazione da solo, è andata com'è andata e ha dovuto scegliere un altro allenatore forte, che avesse la personalità che Napoli richiede". Ha ricordato la patente da scugnizzo: "Quando mi hanno dato la patente di scugnizzo napoletano è stato un momento bellissimo per me, avere la cittadinanza è stato molto importante.
A Napoli ho ricevuto un amore sfrenato, che ti metteva anche timore, perché non sai dove può andare a finire. Era talmente grosso quello che ho ricevuto, che ti faceva quasi paura. Il primo anno vivevo in albergo accanto alla camera di De Laurentiis. Il secondo anno ho vissuto a Castelvolturno, in una stanzetta nel centro d'allenamento. Vivevo il centro sportivo tutto il giorno, per me è perfetto da allenatore. Alzarsi e vedere l'area di rigore è come essere in Paradiso".
con totti — C'è spazio anche per parlare del rapporto con Totti. "Gli ho regalato per il suo compleanno la DeLorean, per fargli capire che prima o poi arriva il momento in cui devi accettare di smettere e ritirarti. Ho sempre avuto un rapporto schietto con lui, forse troppo dicendo alla Roma di gestire la situazione-Totti.
Mi ha messo in difficoltà a volte? Sì, anche perché se a Roma ti metti contro il Re di Roma, vai a casa te. Ora il rapporto si è ricostruito, abbiamo fatto uno spot pubblicitario e una cosa insieme che si vedrà verso fine mese. Spero che succeda anche con Mauro Icardi, uno dei giocatori più forti e letali che abbia mai avuto in area di rigore, il problema era tutta la situazione che aveva intorno...".
totti spalletti spot amaro montenegro
luciano spalletti
luciano spalletti - norvegia italia
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LUCIANO SPALLETTI