quadriennale

IL RITORNO DELLA QUADRIENNALE - 10 SEZIONI, 11 CURATORI E 150 OPERE: DOPO 8 ANNI TORNA LA RASSEGNA DELL’ARTE CONTEMPORANEA AL PALAEXPO DI ROMA - LA PERFORMANCE DI NINETTO DAVOLI, I SELF PORTRAIT DI VEZZOLI E LA RILETTURA DI SABINA GRASSO DEL CORPO DI UN ATTORE SECONDO I CANONI DELLA PORNOGRAFIA

Luigi Mascheroni per il Giornale

quadriennalequadriennale

 

Disorientante, ma con eleganza, come un baciamano fuori contesto, e déjà vu, ma sempre piacevole, come un personaggio pasoliniano fuori tempo massimo.

 

L' accoglienza alla Quadriennale di Roma, che tra attese e polemiche inaugura oggi dopo un fermo-immagine di otto anni, lo concede, capelli bianchissimi e smoking nero, un sorridente e imbarazzato Ninetto Davoli: su un piccolo palco al centro della Rotonda del Palazzo delle Esposizioni saluta, uno alla volta, i visitatori. Titolo della performance, allestita da Marcello Maloberti: Bacia mano. Agli uomini una stretta di mano, alle donne un inchino. La primadonna, puntuale e presenzialista, è Giovanna Melandri.

 

quadriennale 2quadriennale 2

Dal suo Maxxi è venuta a vedere che aria tira sull' arte contemporanea italiana. Benvenuti alla sedicesima Quadriennale d' arte, quella del rilancio («una manifestazione che offre il senso di quello che l' Italia può fare nel futuro, con un' esplosione di vitalità e creatività», l' ha presentata il Presidente, Franco Bernabè), quella che - con innegabile passione e malcelata confusione - esibisce tutto il meglio, la varietà, l' originalità (con qualche cedimento all' effetto fiera) delle arti visive in Italia post Duemila.

ninetto davoli con marcello malobertininetto davoli con marcello maloberti

 

Ecco qui i simboli, le vibrazioni, le espressioni, le narrazioni che percorrono il nostro immaginario e anticipano (ma è davvero così?) i nostri comportamenti, individuali e collettivi. Si intitola Altri tempi, altri miti, ma poteva valere anche «I miti dei nostri tempi».

quadriennale 7quadriennale 7

Tempi: tre mesi (apre oggi fino all' 8 gennaio 2017), spazi: 2mila mq del piano nobile di Palazzo delle Esposizioni. Budget: 2 milioni di euro (metà del ministero per i Beni culturali, metà di sponsor e partner privati).

 

quadriennale 12quadriennale 12

Concept: dieci sezioni ideate da 11 curatori (perlopiù 30-40enni) e 99 artisti italiani (nati fra la fine degli anni '70 e i primi '90), che lo vogliano o no tutti figli di Tondelli (dal cui Weekend postmoderno, libro-collage degli anni Ottanta, è strappata la citazione Altri tempi, altri miti), 150 opere in tutto (realizzate ad hoc o recentissime), e una domanda: cosa significa fare arte, vivere d' arte e sopravvivere all' arte, in Italia, negli ultimi 15 anni?

 

quadriennale 11quadriennale 11

Sono le stesse domande, formulate sotto forma di attenta curiosità, che - dall' alto dei suoi 75 anni - ha posto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A metà mattina ha inaugurato pubblicamente, ma con una visita di fatto privata, la Quadriennale. Ha schivato, anticipandolo, il saluto performativo di Ninetto Davoli.

 

Ma ha chiesto chiarimenti sulle opere, seguendoli ovunque, ai curatori. I quali, anche simbolicamente, col peso del loro progetto e quello della presenza mediatica, finiscono - notavano ieri critici maliziosi - per prevalere sugli artisti. Una tendenza, se c' è, è questa: l' arte è di chi la pensa, la organizza e la promuove. Poi di chi la crea.

 

quadriennale 5quadriennale 5

Creata per mappare i più recenti talenti artistici del Paese-Italia (seconda tendenza: la maggior parte degli artisti in mostra vive all' estero, Berlino soprattutto, poi Londra e New York), la Quadriennale non propone un vero percorso ma, come l' inventiva degli anni 2000-15, semmai itinerari che si intersecano.

 

quadriennale 1quadriennale 1

Esempi? Le strade chiassose e zeppe di contaminazioni della sezione Cyphoria, curata da Domenico Quaranta, sull' impatto dei media digitali nelle nostre vite, un bazar di colori, musiche, televisori e performer accampati in mezzo alla sala... O i viali a doppia corsia della sezione La seconda volta, forse la più bella, curata da Cristiana Perrella, con cinque artisti che ri-usano solo materiali di seconda mano, densi di storie già vissute, rimontati e trasformati, come l' opera pensata da Marcello Maloberti in cui un ragazzo seduto a terra ritaglia vecchi cataloghi di storia dell' arte, abbandonando sul pavimento immagini di sarcofagi etruschi, maschere azteche, busti romani che i piedi dei visitatori rimescolano creando nuovi dialoghi tra epoche diverse in un immenso collages senza colla...

quadriennale 4quadriennale 4

 

O i vicoli ciechi della sezione concettualmente più bella, Preferirei di no, con gli artisti-eremiti che come il Bartleby di Herman Melville hanno scelto di sottrarre qualcosa all' arte, come Matteo Fato che nega al quadro la sua conclusione, e continua a cambiarlo a ogni nuova esposizione, dentro una cassa da trasporto...

 

mattarella quadriennalemattarella quadriennale

O i corsi principali della sezione Ehi, voi! curata dal trentenne Michele D' Aurisio che mette in bella mostra una gloriosa tradizione dell' arte italiana, riaggiornata ai tempi del digitale e degli avatar, quella del ritratto, tra i self portrait di Francesco Vezzoli alla maniera di Marlene Dietrich e la rilettura di Sabina Grasso del corpo di un attore secondo i dettami estetici della pornografia...

 

quadriennale 6quadriennale 6

O i sentieri secondari della sezione Periferiche, con artisti che lavorano al di fuori dei centri globali, con materiali dismessi, come cartone e gesso o le travi di legno trasformate in sculture sonore d Michele Spanghero, orgoglioso del fatto che la sua qui è l' unica opera che si deve toccare: «Per ascoltare cosa l' opera ha da dirti».

 

Ogni sezione qui ti dice un tema, un metodo, un' attitudine, una genealogia.

Alcune opere sono criptiche (molte), altre «difficili» (quelle del designer Martino Gamper), molte inafferrabili, alcune più «tradizionali» (un olio su rame di Nicola Samorì), qualcuna politica (la sezione su La democrazia in America), qualcuna camp (gli schermi con i video in loop dentro le cornici di Federico Solmi). Messe tutte insieme, in un grande palazzo, fanno l' arte italiana contemporanea. Si chiama Quadriennale.

quadriennale 3quadriennale 3

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…