2025roncacci

CAFONAL – MA CHE È QUESTA INVIDIA DEL PENE? E SOPRATTUTTO CHI CE L’HA? E PERCHÉ LE DONNE DOVREBBERO MASCOLINIZZARSI PER ESSERE PIÙ RISPETTATE? MARZIA RONCACCI, GIORNALISTA DEL TG2, SMONTA IL CONCETTO TEORIZZATO DA SIGMUND FREUD CHE RIGUARDA LA PERCEZIONE DIFETTOSA CHE LA BAMBINA POSSIEDE DEL PROPRIO CORPO, PRIVATO DEL GENITALE MASCHILE – ALLA PRESENTAZIONE ROMANA DEL LIBRO MONSIGNOR ANTONIO STAGLIANÒ, INSEGNANTE DELLA POP-TEOLOGY, FIORETTA MARI, MARINA SUMA E ISABELLE ADRIANI (ANVEDI CHI SI RIVEDE!). E POI AMEDEO MINGHI, MARCELLO CIRILLO, IL SUPER PREZZEMOLINO BEPPE CONVERTINI E...

 

Gabriella Sassone per Dagospia

 

andrea catizone antonio stagliano' maria rita parsi marzia roncacci

Ma che è questa invidia del pene di freudiana memoria? E soprattutto chi ce l’ha e chi ce l’ha mai avuta? E perché le donne dovrebbero mascolinizzarsi per essere più credibili, più forti e più rispettate?  La giornalista Marzia Roncacci, in forze al Tg2 e conduttrice del programma di informazione e approfondimento “Tg2 Italia Europa”, smonta il concetto teorizzato da Sigmund Freud nel lontanissimo 1908 che riguarda la percezione difettosa che la bambina possiede del proprio corpo, privato appunto del genitale maschile.

 

E lo fa attraverso le 207 pagine del suo interessante libro “L’invidia del pene” (sottotitolo “Oggi, ha ancora senso questa teoria di Freud? Io non ho mai desiderato essere maschio”), edito da Frascati & Serradifalco editori, 18 euro, già alla seconda ristampa. 

 

amedeo minghi marzia roncacci beppe convertini

La teoria freudiana è solo il pretesto per raccontare la sua storia, quella di una ragazza che si è formata nei caldi e decisivi anni Settanta e Ottanta, imponendosi per ottenere pari diritti e valori in una realtà ancora fortemente maschilista. 

 

Proprio lei cresciuta in una famiglia dove il padre imprenditore desiderava avere un figlio maschio a cui poter lasciare la sua azienda da portare avanti. “E invece ha avuto me e altre 2 sorelle, nemmeno un maschio, a parte questo nostro padre ci adorava”, spiega Marzia che in questa autobiografia traccia un manifesto, con l’intenzione di rivolgersi alle nuove generazioni ma non solo, in cui il suo vissuto personale si intreccia con gli eventi storici e politici dal ’68 a oggi.

 

marina suma (3)

 Dalla scoperta del nuovo vivere sociale, al bisogno di emancipazione privata e lavorativa, l’amore, il sesso, il matrimonio (che procede spedito), tutto ciò viene narrato secondo la diretta prospettiva di una donna che ha saputo riconoscere il proprio valore estinguendo qualsiasi discrimine di genere. Il punto di vista della Roncacci, che riporta i ricordi di gioventù e dell’età adulta viene fatto coincidere con la storia della rivolta femminile.

 

“Gli anni ’70 ricordati mestamente sempre come gli anni del terrorismo o anni di piombo, sono invece il periodo delle conquiste sociali e civili, ottenute con lotte, sudore e sangue. Ma sono anche il momento storico in cui l’Italia cresce con il divorzio, l’aborto e soprattutto con il diritto di famiglia che sancisce a livello giuridico la parità fra i generi”. 

 

Una laurea in Lettere e Filosofia all’università La Sapienza di Roma, la Roncacci è costretta ad ammettere che “l’idea di scrivere questo libro è nata perchè a un certo punto della mia vita professionale mi sono “mascolinizzata” nei comportamenti, probabilmente per essere più credibile e più forte nel mondo del lavoro: poi mi sono accorta che è stato un errore, un grande errore. Il valore di una donna, le caratteristiche femminili, dobbiamo esaltarle e mai nasconderle”. 

 

amedeo minghi marzia roncacci

Poi aggiunge: “Non pensavo mai di scrivere un libro: quando mi è stato proposto, dopo attenta riflessione, ho detto che si poteva fare purchè avesse un testo con una finalità precisa per i lettori. E così ho fatto. La mia vita è solo uno strumento per sviluppare tematiche importanti storiche, politiche e di costume”. Neanche a dirlo, il tomo lo ha dedicato al suo amato figlio Vittorio Maria (“Lui è il mio specchio”) che l’ha resa da 3 mesi nonna di Gregorio Maria. 

 

La presentazione del libro si è svolta recentemente nel teatro dell’hotel Carpegna Palace sull’Aurelia stracolmo di svippati e non: oltre 320 persone e un firmacopie finale durato tantissimo che la Roncacci, elegantissima in lungo nero, si è dovuta fermare e bere un bicchiere d’acqua per paura di crollare. 

 

andrea catizone antonio stagliano' marzia roncacci maria rita parsi

Sul palco del teatro con lei, seduti davanti alla gigantografia del libro proiettata sullo maxischermo, Monsignor Antonio Staglianò, Rettore della Basilica di Santa Maria in Montesanto e insegnante della Pop-Teology (spiega ai giovani la teologia attraverso la musica, cambiando le parole dei cantanti più in voga), la psicoterapeuta Maria Rita Parsi e l’avvocatessa Andrea Catizone (presidente della Fondazione Tina Lagostena Bassi). 

 

A leggere brani del libro e commentare alla sua ironica maniera facendo ridere tutti c’è l’attrice Fioretta Mari in rosa confetto. Infinito il parterre: ecco l’assessore alla cultura della Regione Lazio Simona Baldassarre, il Sindaco di Riano Luca Abbruzzetti, Giuseppe Trieste (presidente Fiaba) l’avvocato matrimonialista Gianettore Gassani, la psicologa Maria Malucelli, il deus ex machina di “Tennis&Friends” Giorgio Meneschincheri, dirigente del Policlinico Gemelli, la dermatologa dei Vip Anadela Serra Visconti. 

 

andrea catizone antonio stagliano' maria rita parsi marzia roncacci (2)

Molti i colleghi del Tg2 arrivati a fare il tifo: la vicedirettrice Elisabetta Migliorelli, Piergiorgio Giacovazzo, Luca Raimondo, Daniela Mecenate e le sisters Squizzato, Silvia e Laura. Bellissima versione amazzone Anna Carlucci, scortata dal duo Emilio e Stefano Sturla. 

 

marzia roncacci

Ecco le attrici Karin Proia, Daniela Poggi, Marina Suma e Isabelle Adriani (anvedi chi si rivede!), i cantanti Amedeo Minghi, Marcello Cirillo, Elena Bonelli, il super presenzialista prezzemolino Beppe Convertini, la sempre sorridente Monica Marangoni, la conduttrice di elisir Benedetta Rinaldi casual in jeans e maglioncino rosso, l’imitatrice Emanuela Aureli col marito Sergio Di Folco, la speaker Federica Gentile che dopo 30 anni di carriera in radio ora conduce in coppia con Gabriele Vagnato “Playlist – Tutto è musica”, su Rai2 il sabato alle 14.

 

veronica ursida marzia roncacci

Cartellino timbrato anche per Myriam Fecchi, Giada de Blanck minigonatissima, l’immancabile Veronica Ursida e il ballerino Samuel Peron, che ancora cammina appoggiandosi alla stampella, con cui la Roncacci ha fatto coppia a “Ballando con le stelle” nel 2019. Insomma, un successone per la lady che non ha mai voluto possedere un pene! E bene ha fatto!  

marina suma (2)

andrea catizone antonio stagliano' marzia roncaccimarcello cirillo silvia squizzatomarcello cirillo miriam fecchisergio di folco emanuela aureli marzia roncaccifederica gentile marzia roncaccibeppe convertini fioretta marimarzia roncacci (4)marzia roncacci fioretta mariandrea catizone antonio stagliano'anna carlucci stefano emilio sturla furno'maria rita parsianadela viscontifioretta maridaniela poggimarcello cirillo sergio di folco emanuela aureli (2)silvia squizzato isabelle adrianifioretta mari (2)anna carluccifioretta mari (3)miriam fecchi marzia roncacci giorgio meneschincherisamuel peron (2)maria rita parsi (3)benedetta rinaldiamedeo minghi (2)marzia roncacci (3)anna carlucci marzia roncaccigiada de blancksamuel peronmarzia roncacci giuseppe triesteelena bonelliandrea catizone antonio stagliano' marzia roncacci maria rita parsi (2)andrea catizone antonio stagliano' marzia roncacci maria rita parsi (3)marcello cirilloamedeo minghi marzia roncacci (2)marzia roncacci (6)marina sumafederica gentilesilvia squizzato marzia roncacci monica marangonimaria rita parsi (2)andrea catizone marzia roncacciamedeo minghimarzia roncacci (5)

emilio sturla furno' marzia roncacci stefano sturla furno'karin proiamarcello cirillo sergio di folco emanuela aurelimarzia roncacci (2)emanuela aureli

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”