la macchia

CAFONALISSIMO CAPALBIO - ESTINTA L’INTELLIGHENZIA DI SINISTRA, I NUOVI RADICAL CHIC HANNO PERSO PER STRADA IL RADICAL, RESTANDO AGGRAPPATI ALLO CHIC. BASTA E AVANZA, PER SENTIRSI SUPERIORE AL 99% DELL’UMANITÀ - AL CIRCOLO LA MACCHIA SI È CONSUMATO IERI SERA UNO DI QUESTI RITI CHE HA ELETTO LO STILE DI RAIMONDO LANZA DI TRABIA A PROPRIO VESSILLO (PER QUANTO RIGUARDA IL PREZZO, 10 CALORIE ALL’ETTO, 50 EURO A CALORIA. PRESENTATI BENISSIMO PERÒ, SIA LE CALORIE CHE IL CONTO)

 

vincenzo dotti domitilla dotti jasmine bertusi olimpia piccolomini elena bonanno

Maite Logiuro per Dagospia

 

Ci sono luoghi deputati a riti iniziatici e/o propiziatori, dove gruppi di individui ribadiscono la loro appartenenza e per tanto la loro stessa esistenza. La messa per i Cattolici, il teatro per gli antichi greci, l’altare sacrificale per i cannibali.

 

Al circolo la Macchia di Capalbio si è consumato ieri sera uno di questi riti. Non sappiamo cosa la Macchia ambisca a diventare.  Non sappiamo neppure se la Macchia abbia le carte in regola per puntare al mito. Sappiamo però che indirizzo felice (location mi rifiuto di scriverlo), atmosfera unica, clientela esclusiva (con l’inevitabile strascico di invidie, faide e pettegolezzi), nome e prezzo d’entrata sono condizioni sine qua non.

 

raimonda con susan greco

 

un momento della serata

E allora procediamo con ordine: l’indirizzo. Non è male, sebbene quella vista su parcheggio e su coattume in costume, ciabatte e telo da mare che si avvia incurante verso la spiaggia, rischi di mandare di traverso il Martini dry ai palati più raffinati ed esigenti.

domitilla clavarino jacaranda caracciolo e grazia

 

La clientela è presto descritta: sono figli o nipoti (legittimi, illegittimi o adottivi), generi usurpatori o nuore arrampicatrici di coloro che hanno fatto l’Italia. Ex-diplomatici, nipoti di editori, eredi di palazzinari, Capalbio ha conosciuto una mutazione antropologica: estinta l’intellighenzia di sinistra –solo qualche dinosauro spaesato resiste-, i nuovi Radical chic hanno perso per strada il radical, restando aggrappati allo chic, che comunque, di questi tempi, basta e avanza per selezionare, escludere, vivisezionare e condannare.

 

tramonto alla macchia

 

In una parola, basta e avanza, in assenza di qualsiasi altro merito oltre al censo, per sentirsi superiore al restante 99% dell’umanità. Addio principi morali, pretese culturali e persino buone maniere,  solo la sfumatura del vestito decreta chi è in e chi è in out. Vi ricorda qualcuno? Una certa Maria Antonietta? Quando il privilegio sociale si regge soltanto su estetica e gusto (sempre opinabili), quella stessa società è matura per una rivoluzione.

 

RAIMONDO LANZA DI TRABIA

 

Ma torniamo alla Macchia. Discorso a parte meritano il nome e il prezzo. A Capalbio se non hai un’insegna da bassi fondi (under under statement) non vai da nessuna parte. “La Macchia” (sebbene ellissi per macchia mediterranea –osiamo sperare) fa a gara con “la Polverosa” o “i Ruderi” nello strapparsi la palma della mondanità, mentre aspettiamo con ansia che “la Pietraia” apra i battenti l’anno prossimo. Persino la tragica ironia de “L’ultima spiaggia” è stata superata, come il mondo che rappresentava.

raimonda lanza e dianora salviati

 

 

Per quanto riguarda il prezzo, sta tutto in una formuletta semplice e perfetta: il conto finale è 5 volte superiore al calcolo totale delle calorie ingerite. Le verdurine crude -volgarmente dette pinzimonio, ma guai a nominare una simile volgarità davanti a Giulia Puri Negri- sono il piatto forte. 10 calorie all’etto, 50 euro a caloria. Alta cucina insomma. Presentati benissimo però, sia le calorie che il conto.

raimonda lanza dii trabia con le figlie

 

Dunque dicevamo: nome, indirizzo, atmosfera, avventori. Se no meglio lasciar perdere.  Se mancano però genius loci e uno spruzzo di leggenda la panna non monta. E rimane soltanto la patetica velleità. I famosi wannabes. Non basta essere ricchi, potenti e famosi per essere fighi, dettare le mode, predire il futuro. Ci vuole anche quel non so che, la famosa aura, il tocco magico.

 

 

 

presentazione del libro

E se la leggenda manca, la leggenda -come tutto- si costruisce. Partendo in primis da una genealogia, per poi innalzare una bandiera, che un tempo doveva essere ideologica, culturale, artistica, politica, quando oggi basta, come abbiamo detto, lo stile.

 

 

pubblico alla macchia

Ed è lo stile di Raimondo Lanza di Trabia che la Macchia ha eletto a proprio vessillo. Il passo lieve, la sprezzatura di cui il principe -l’uomo in frac di Modugno, l’inventore del calciomercato, per citare due delle sue innumerevoli prodezze- era incarnazione esatta.

 

 

ottavia casagrande e alessandro feroldi

Ieri infatti Jas Gawronski, Alessandra Cravetto (vecchio e nuovo giornalismo), Raimonda Lanza di Trabia e Fabiana Marenghi Vaselli (vecchia e nuova aristocrazia), Nicola Caracciolo e Gelasio Caetani Lovatelli (vecchi e nuovi maitre à penser), Jean e Diane Lussemburgo e Niki e Margaretha Liechtenstein, e Bianca di Savoia Aosta (case reali regnate e decadute) si sono riuniti per uno di questi riti messianici, fondativi: la presentazione di ‘’Quando si spense la notte’’ di Ottavia Casagrande (Feltrinelli 2018), ultimo romanzo di una lunga serie che racconta alle nuove generazioni le gesta eroiche ed erotiche del bel Raimondo.

ottavia casagrande firma il libro a betti marchi e benedetta angioni

 

 

Non sappiamo se il passaggio di consegne avverrà; se gli emuli riusciranno ad avvicinare o addirittura superare il maestro. Certo è che in un mondo dalla sfrenata accelerazione globalista e globalizzatrice, l’identificazione, l’appartenenza, il territorio, il branco hanno bisogno di icone. Raimondo è l’icona della Macchia. Sarà la Macchia icona del suo tempo?

 

 

ospiti della serata

Nota a margine: le case reali ancora sul trono, oltre ad ostentare baciamani impeccabili, sono tornate ai loro palazzi aviti con pile di libri, mentre i nipoti di editori, i reali destituiti e gli eredi dei palazzinari non ne hanno comprato una copia.

ottavia casagrande alessandra cravetto jas gawronski e raimonda lanza di trabia

 

Il romanzo della Casagrande, tra le altre cose, racconta dell’implosione del regime fascista. Conoscere la storia, per prevedere gli eventi futuri? Una cosa è certa, se dovesse scoppiare la rivoluzione, alla Macchia saranno gli ultimi ad accorgersene.

 

 

 

 

2. LA SPIA VENUTA DAL CALDO

Marina Valensise per www.buttanissima.it

 

ospiti alla macchia

Se non è vero è tutto molto verosimile quello che racconta Ottavia Casagrande in “Quando si spense la notte”, il  suo nuovo romanzo Feltrinelli dedicato alla figura del principe Raimondo Lanza di Trabia, suo nonno materno. Dopo il successo di “Mi toccherà ballare”, primo romanzo scritto a quattro mani con la madre Raimonda Lanza di Trabia (nata orfana e secondogenita dell’attrice Olga Villi) Ottavia Casagrande torna sull’eroe eponimo, grazie alla confessione di una simpatica settantenne inglese, residente nel Dorset, che leggendo il primo libro ha creduto di scoprire in quel principe siciliano un amico di sua madre, agente segreto di sua Maestà in Sicilia per una breve stagione durante gli anni del la seconda guerra mondiale e protagonista delle incredibili avventure raccontate in questo secondo romanzo, fra le quali bisogna annoverare la fuga dei due vestiti da suore dal collegio femminile sulla Nomentana, la loro divagazione a Cinecittà sul set di un film di Alessandro Blasetti, che vorrebbe arruolare il principe nel cast, la nuova fuga rocambolesca per sfuggire agli agenti dell’Ovra, sul pagliericcio di un carretto di fortuna trainato da elefante con carrettiere compiacente alla guida.

lalla franzan bianca arrivabene marion franchetti

 

marion franchetti

E poi un lungo peregrinare sulla via Aurelia a bordo di Alfa decapottabile, fino a superare le frontiere francesi. Arrivo a Parigi, con sosta a Auteil nell’hotel particulier dello zio Odò e tante Rose, donatori all’Ambasciata d’Italia del famoso teatrino di Palazzo Butera che ancora arreda il salone principale dell’Hotel La Rochefoucauld, sosta provvidenziale perché il principe trova ancora i fidati domestici di famiglia a rimpinguarlo e si rifornisce dei gioielli della ricca zia, grazie a quali continua la fuga sino al porto di Calais, sotto le mitragliatrici della Luftwaffe, e da lì, su un guscio di noce, traversa la Manica con la sua bella, sfuggita per miracolo ad avvelenamento da caffè al tallio destinato a lui,  fino a Dunkerke, da dove poi risalgono verso la capitale, dove il 27 maggio 1940 Raimondo incontra a colazione il primo ministro Winston Churchill, per rivelargli le vere intenzioni belliche di Mussolini.

ilaria tosato

 

Il romanzo del romanzo è di per sé qualcosa di così avventuroso che meriterebbe un saggio a parte, per rivelare ai lettori dove si ferma la verità  e dove comincia la finzione. Perché racconto di Ottavia Casagrande è suffragato non solo dalle testimonianze di prima mano della figlia settantenne di una spia in disarmo, vecchio flirt di Raimondo e raccontatrice di suo di grandi fiabe indelebili, ma trovano riscontro nei documenti riesumati dall’Archivio centrale dello Stato, ma non dagli archivi del MI6, secretati ad aeternum, nei rapporti dell’Ovra, nei saggi di Mimmo Franzinelli, che ha confermato la perfidia di Santo Emanuele, persecutore di Raimondo.

la macchia due ospiti

 

la macchia 25 luglio 2018

La trama del romanzo corrisponde così a due anni di storia, 1939-1940, anni cruciali per le sorti dell’Europa e per la vita un aristocratico ribelle, che fu una spia versatile e piena di inventiva per il regime fascista alla vigilia della seconda guerra mondiale, vivendo in balia dell’inquietudine e sopravvivendo grazie al suo sesto senso, pur lanciandosi in imprese disperate e ad alto rischio, per obbedire alla sua natura libera e indomita, al senso innato dell’onore che coincide sempre con la gratuità, anche a rischio di trovarsi dalla parte sbagliata e di volerci restarci, pur avendo la possibilità di passare a servizio del nemico.

 

jas gawronski ha sete

Il primo romanzo di Ottavia Casagrande partiva da una valigia piena di documenti e di una misteriosa chiave che apriva tanti misteri, a cominciare dall’ultimo, la morte di Raimondo, per defenestrazione da un famoso albergo romano, non si sa se per volontà o per caso. Il secondo romanzo ne ricostruisce le avventure durante i mesi che precedono l’invasione tedesca della Polonia e che seguono la fine della non belligeranza italiana con l’entrata in guerra dell’Italia il 10 giugno 1940.

gilberto arrivabene

 

Rivive così in queste pagine di romanzo dove il romanzesco è solo la versione letteraria della storia, la vera vita di Raimondo Lanza di Trabia, Raimondo Ginestra prima di venir adottato dalla nonna paterna Giulia Florio, avventuriero viziatissimo e seduttore seriale, fidanzato altolocato e però riluttante perché a caccia di avventure, tanto che la povera Suni Agnelli per dimenticarlo si imbarcò da crocerossina su una nave militare nell’Egeo e restituì alla nonna l’anello di fidanzamento.

 

giupi pietromarchi e nicola caracciolo

Il principe bastardo dagli occhi azzurro intenso, il ghigno sornione, i baffetti alla Salvador Dali, aveva l’avventura nel sangue. Viveva in grandi alberghi dormendo fino alle due del pomeriggio fra montagne di giornali, quinte di bottiglie e mozziconi di sigarette, ma era pronto a rischiare la vita pur di servire amici influenti come il ministro degli Esteri Galeazzo Ciano, lanciarsi per loro in missioni segretissime Oltreoceano per seguire le tracce di scoperte scientifiche come l’atomo, foriere di nuovi strumenti di distruzione di massa, e sapeva giocare con l’avversità come in una partita di tennis, uscendone sempre indenne anche quando cercò invano di fomentare una rivolta antinazista in Alto Adige, sempre pronto all’avventura, a carpire un sorriso, un abbraccio, a sfidare il senso comune per un ballo in maschera a Palazzo Colonna, con la sua lei mascherata da ninfa e lui con una semplice cappa di seta blu notte sopra il frac, perché “Io sono il mare” diceva ballando sotto le stelle mentre l’Italia si preparava a entrare in guerra.

ilaria tosato e ospiti

 

domitilla clavarino jacaranda caraccioloalessandro feroldi ottavia casagrande ed alessandra cravettoadriana sartogoambasciatore antonello pietromarchi e altea di galleseRAIMONDO LANZA DI TRABIA E VITTORIO EMANUELE ORLANDORAIMONDO LANZA DI TRABIAfederico marchi e tito sanpaolesi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...