
I CONTI FUORI CONTROLLO E I CASI DI PEDOFILIA: TUTTE LE SPINE PER LEONE XIV - IL NUOVO PAPA DOVRA’ RISANARE LE CASSE (L'OBOLO DI SAN PIETRO HA GIÀ PERSO DUE TERZI DEGLI INCASSI DEL PRIMO DECENNIO DI QUESTO SECOLO) E DECIDERE SE PROSEGUIRE IL PROGETTO DI BERGOGLIO DI RIFORMA DELLA CURIA – “PADRE BOB” DOVRA’ METTERE MANO AL DOSSIER SUGLI ABUSI SU CUI PREVALE ANCORA IL SILENZIO. LEONE XIV RAFFORZERA’ LA TOLLERANZA ZERO PROCLAMATA DA FRANCESCO? E COME SI COMPORTERA’ SULLA DICHIARAZIONE VATICANA CHE APRE ALLA BENEDIZIONE DELLE COPPIE OMOSESSUALI?
1 – CONTI IN ROSSO E PEDOFILIA I NODI DEL NUOVO PONTIFICATO
Gianluigi Nuzzi per “la Stampa” - Estratti
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«Si può vivere in questo mondo senza preoccuparsi del denaro? Anche la Chiesa deve prendersi cura delle esigenze finanziarie delle sue missioni… Non si può dirigere la Chiesa con le Avemaria». Eravamo nel 1982 e a interrogarsi sul denaro, sterco del demonio, era monsignor Paul Casimir Marcinkus, classe 1922, presidente dello Ior, la banca vaticana ai tempi di Michele Sindona, Roberto Calvi e Licio Gelli.
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E oggi, con il nuovo papa, Robert Francis Prevost, il denaro, sterco del demonio, torna al centro della mappa, tra le spine secolari del pastore. E, appunto, non solo per il deficit che stringe i conti della curia romana con un disavanzo che anno dopo anno diventa più profondo, avvicinandosi pericolosamente ai cento milioni.
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Né perché l'Obolo di San Pietro ha già perso due terzi degli incassi del primo decennio di questo secolo. Il tema è più complesso e si può riassumere in quel crollo delle offerte che di certo ha contribuito alla rinuncia di Benedetto XVI, al quale gli uomini dei soldi allarmati scrivevano nel 2011 report da allarme rosso: «Santità, i conti e le spese sono ormai fuori controllo».
Francesco ha avviato una robusta riforma della curia romana - la più incisiva dal dopoguerra - ridisegnando la mappa del potere economico oltre le mura leonine, allontanando quel blocco di potere fortemente italiano messo in mora dal Conclave che lo aveva eletto. Ma è un lavoro rimasto a metà: il patrimonio immobiliare rappresenta un'emorragia cronica, quello artistico scarsamente valorizzato, il fondo pensionistico della curia preoccupa da sempre, la trasparenza del gesuita ha instaurato un clima di sospetto. E, ancora e soprattutto, manca una visione sinodale delle finanze e della raccolta delle offerte.
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Il denaro viene appunto visto come lo sterco del demonio, un po' come quando la potente Tecla Famiglietti, badessa delle brigidine, portava nei forzieri delle banche svizzere le valige zeppe di contanti e gli impiegati tremanti le chiedevano a quanto ammontavano le somme da depositare, e lei secca: «Il denaro dovete contarlo voi, io nemmeno lo tocco».
Ecco, il nuovo pontefice, in quella riorganizzazione collegiale del comando con una riaffermazione della centralità del collegio cardinalizio suggerita nelle congregazioni alla vigilia del Conclave, dovrà decidere e pesare valore e significato del denaro. E scegliere come proseguire nel ridisegnare la curia romana magari rivitalizzando il progetto iniziale di Bergoglio che voleva una segreteria di Stato proiettata sulle questioni geopolitiche e politiche e una segreteria per l'Economia a sé e davvero coordinatrice dei polmoni finanziari, razionalizzando spese e risorse.
ROBERT FRANCIS PREVOST E PAPA FRANCESCO
Ma così non è stato. Questa seconda entità ha camminato sempre a scarto ridotto quando al contrario bisognerebbe prestare attenzione al denaro. Anche perché ce n'è sempre meno: l'asse dei Paesi cattolici generosi di elemosine si è ormai spostata verso Paesi poveri, da Usa e vecchia Europa a Messico, Filippine e Congo.
Il denaro porta con sé anche un'altra questione centrale del pontificato di Francesco, ovvero la credibilità. I «danni reputazionali» erano l'incubo di Bergoglio, consapevole come Ratzinger che «c'è sporcizia nella Chiesa» e che questa erode fiducia.
Gli scandali finanziari, i casi di corruzione e malversazione erodono il rapporto tra fedeli e pastori. Proprio Benedetto XVI ripeteva che «non è la Chiesa ad essere in crisi ma la fede» ed è per questo che Francesco ha ridotto cardinali allo stato laicale e altri li ha mandati a processo. Il caso del porporato Angelo Becciu coagula ed esprime tutte le criticità.
PAPA LEONE XIV PREGA DOPO L ELEZIONE
Si attende il processo di appello dopo la condanna a cinque anni per peculato. Lui si professa innocente, come ha ripetuto ai fratelli cardinali durante le congregazioni prima di quel Conclave al quale ha rinunciato, senza porre questioni formali che avrebbero segnato il momento del passaggio. Questo processo - per la compravendita del palazzo a Londra - è diventato uno dei simboli del pontificato di Bergoglio e si attende la sentenza d'appello che avrà inevitabilmente una profondità anche politica. Bisogna capire se questa confermerà la linea di durezza del precedente papa o se verrà - in qualche modo - sconfessata.
E, in effetti, la reputazione è stata la cinghia di trasmissione della fiducia e della popolarità di Francesco anche se certe spine rimangono sottotraccia e pungono sempre.
ROBERT FRANCIS PREVOST E PAPA FRANCESCO
A iniziare dagli scandali a sfondo sessuale. La strada contro la pedofilia e gli abusi sessuali è ancora lunga. L'impressione è che la spinta voluta già da Benedetto XVI andando a perseguire i preti che si macchiavano di questi orrendi reati e risarcire le vittime si sia persa. Prevale ancora il silenzio, il trasferimento dei sacerdoti sospettati da un oratorio a un'altra parrocchia come se la pedofila si curasse con il trasloco e non con un processo, la riduzione allo stato laicale e la scomunica.
Francesco ha agito sulle leggi, ha sensibilizzato le conferenze episcopali, ha organizzato un ascolto davvero capillare - città per città con sportelli e figure di riferimento - che però fatica a diventare realtà, a scalfire secoli di omertà, sottovalutazione, silenzio.
le parole di papa robert francis prevost leone XIV
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LE SFIDE DI PREVOST
Domenico Agasso Giacomo Galeazzi per la Stampa - Estratti
Il pontificato di Leone XIV si apre con sfide decisive per il futuro della Chiesa.
Robert Francis Prevost eredita un contesto ecclesiale che ha vissuto 12 anni bergogliani intensi e spesso tesi, tra riforme, dibattiti e scontri all'interno della galassia cattolica.
Una delle questioni centrali è la sinodalità: non si tratta solo di uno stile pastorale, ma del modo stesso in cui si esercita l'autorità nella Chiesa. In ospedale, poco prima di morire, Francesco ha firmato i documenti per l'attuazione del Sinodo, con un itinerario che porterà a un'assemblea ecclesiale fra tre anni.
La collegialità tocca il cuore del governo ecclesiastico e del modo in cui viene esercitata l'autorità ecclesiale.
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Bergoglio ha promosso una Chiesa in cui si ascoltano i laici e le donne per le decisioni da prendere. Il Sinodo ha proposto una maggiore corresponsabilità tra gerarchie e popolo nell'orientamento della Chiesa.
A ogni livello: Santa Sede, diocesi, parrocchie. Ma non tutti sono d'accordo: alcuni cardinali e vescovi temono che la sinodalità possa indebolire la dimensione gerarchica e dottrinale, cedendo alle pressioni culturali. Prevost dovrà decidere se rafforzare le strutture sinodali - come un consiglio sinodale permanente, con la presenza di fedeli - o tornare a un modello più centrato sul Vescovo di Roma e sulla Curia romana. Le sue parole dalla Loggia della Benedizion sono indicative: «Vogliamo essere una Chiesa sinodale».
robert francis prevost papa leone xiv
La crisi più profonda e dolorosa, quella che tocca la carne viva della credibilità ecclesiale, resta quella degli abusi. Leone XIV non potrà eluderla. È chiamato a rafforzare la tolleranza zero proclamata da Francesco, superando le ambiguità che ancora resistono in alcune diocesi e conferenze episcopali. Servono criteri chiari, procedimenti rapidi, comunicazione trasparente. Il Papa sarà giudicato da come difenderà le vittime, non da quanto tutelerà l'istituzione.
Il nuovo Pontefice ha ereditato anche un tema delicato come l'applicazione della Fiducia supplicans, la dichiarazione vaticana che apre alla benedizione delle coppie omosessuali. Il cardinale Prevost aveva auspicato un maggiore ruolo interpretativo delle conferenze episcopali locali, tenendo conto delle differenze culturali. Leone XIV dovrà bilanciare dottrina, misericordia, accoglienza e unità ecclesiale.
Da chi lo conosce bene trapela che potrà rallentare questa fuga in avanti.
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Sul fronte dei sacramenti, Leone XIV si è espresso favorevolmente alla comunione per i divorziati risposati, seguendo la linea tracciata da Amoris Laetitia di Francesco. Anche qui si gioca la capacità della Chiesa di farsi madre accogliente, non solo giudice delle fragilità umane.
«La pace sia con tutti voi»: queste le prime parole pronunciate dal nuovo Papa. Oggi la Chiesa si affaccia su un mondo ancora più lacerato. Guerre dimenticate e conflitti globali - dall'Ucraina al Medio Oriente - rendono urgente una rinnovata missione diplomatica della Santa Sede.
Il Pontefice è chiamato a proseguire il delicato compito di mediazione che ha contraddistinto il pontificato del suo predecessore. Il Papa può parlare a tutti, anche ai nemici, proprio perché non rappresenta una parte, ma l'umanità ferita. Il suo compito non è fornire soluzioni tecniche o geopolitiche, ma tenere aperti i canali del dialogo, appellarsi alla coscienza delle nazioni, dare voce alle vittime.
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Infine, Leone XIV ha fatto capire di voler mantenere la centralità dei poveri nel magistero, nel solco di Francesco.
Prevost dovrà decidere come raccogliere questo testimone e rilanciarlo, rafforzando l'azione sociale della Chiesa, sostenendo una pastorale che metta al centro gli ultimi non come destinatari passivi, ma come protagonisti della vita ecclesiale.
In un mondo segnato da diseguaglianze crescenti, crisi migratorie e precarietà diffusa, questo orientamento non è solo un'opzione spirituale, ma una scelta politica nel senso più alto del termine: significa schierarsi con chi non ha voce, contro ogni forma di esclusione.
la prima messa di papa leone xiv alla cappella sistina 7
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PASTORALE AMERICANA - MEME BY EMILIANO CARLI
INTERVISTA AL TG1 DI PAPA LEONE XIV - ALL EPOCA CARDINALE PREVOST
ROBERT FRANCIS PREVOST SALUTA LA FOLLA A SAN PIETRO
LA PRIMA MESSA DI PAPA LEONE XIV
donald trump in versione papa leone xiv - meme creato con l'intelligenza artificiale