cantone palamara

IL PROCEDIMENTO A CARICO DI LUCA PALAMARA RESTA A PERUGIA (NELLE MANI DI CANTONE) NONOSTANTE L’EX PM AVESSE CHIESTO SOLLEVATO LA QUESTIONE DELLA COMPETENZA TERRITORIALE RITENENDO CHE SPETTASSE A TRAPANI PROCEDERE POICHÉ UNA DELLE CONTESTAZIONI MOSSE ERA AVVENUTA A FAVIGNANA - IL GIUDICE HA AMMESSO LA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI E DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA NEI CONFRONTI DI LUCA PALAMARA, FABRIZIO CENTOFANTI E ADELE ATTISANI…

Da www.lastampa.it

 

luca palamara al csm

La competenza del procedimento a carico di Luca Palamara resta a Perugia. E' quanto ha deciso il gup Piercarlo Frabotta nel corso dell'udienza preliminare che si è tenuta questa mattina nel Centro Capitini dopo che la difesa dell'ex pm nelle scorse settimane aveva sollevato la questione della competenza territoriale ritenendo che spettasse a Trapani procedere poiché una delle contestazioni mosse dalla Procura di Perugia era avvenuta a Favignana.

 

«E evidente come non sia in alcun modo sostenibile la competenza per territorio del tribunale di Trapani - scrive il gup motivando la decisione - posto che l'utilità descritta, soggiorno a Favignana dell'agosto 2014, non costituisce né la prima né l'ultima delle indebite utilità che Palamara avrebbe ricevuto da Fabrizio Centofanti».

 

raffaele cantone presidente della corte

«Ne deriva quindi che tanto con riferimento al reato di corruzione originariamente contestato e poi modificato» quanto con riferimento «agli ulteriori delitti di corruzione contestati in via suppletiva il luogo di consumazione deve essere individuato in Roma, alla data del 30 luglio 2017, epoca quest'ultima di ricezione dell'ultima utilità secondo quanto ipotizzato; e tale è la conclusione cui si perviene facendo applicazione della specifica regola, non mutando il locus ed il tempus commissi delicti rispetto al più grave delitto addebitato di corruzione in atti giudiziari». Va quindi «senz'altro affermata - conclude il giudice - la competenza funzionale del tribunale di Perugia».

 

luca palamara al csm 1

Il gup ha sciolto inoltre la riserva sulle costituzioni delle parti civili che contava, tra gli altri, la presidenza del Consiglio dei Ministri e il ministero della Giustizia. Il giudice ha ammesso la costituzione di parte civile della presidenza del Consiglio dei Ministri e del ministero della Giustizia «nei confronti di Luca Palamara, Fabrizio Centofanti e Adele Attisani in relazione all'imputazione di corruzione e concorso in corruzione».

 

Ammessa inoltre la costituzione di parte civile del ministero della Giustizia nei confronti di Palamara e dell'ex procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio «in relazione all'imputazione di concorso in rivelazione e di rivelazione di di segreto d'ufficio rispettivamente ascritte». Accolta anche la costituzione di parte civile della presidenza del consiglio dei ministri nei confronti di Giancarlo Manfredonia «in relazione al delitto di favoreggiamento personale». Entra, infine, come parte civile anche l'associazione Cittadinanzattiva «nei soli confronti di Luca Palamara, Adele Attisani e Fabrizio Centofanti limitatamente alle imputazioni di corruzione e concorso in corruzione loro ascritte».

 

ADELE ATTISANI

Il procedimento, che è in fase di udienza preliminare, vede riuniti i filoni che coinvolgono l'ex presidente dell'Anm ed ex consigliere del Csm e per i quali la procura guidata da Raffaele Cantone ha chiesto il rinvio a giudizio: in uno l'ex pm romano è accusato di corruzione insieme ad Adele Attisani, l'imprenditore Fabrizio Centofanti e Giancarlo Manfredonia, mentre l'altro vede coinvolto Palamara e l'ex procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio per una rivelazione di segreto d'ufficio legata all'inchiesta a suo carico.

 

A queste contestazioni nella scorsa udienza del 22 febbraio si sono aggiunte per l'ex presidente dell'Anm quelle di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e di corruzione in atti giudiziari. La procura di Perugia, modificando il capo di imputazione e in seguito a ulteriori indagini, ha contestato all'ex pm le nuove ipotesi di reato in relazione a un'inchiesta che vedeva coinvolto l'imprenditore Fabrizio Centofanti a Messina e a Roma.

palamara adele attisani LUCA PALAMARA ADELE ATTISANIFABRIZIO CENTOFANTI

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....