trivelle adriatico giorgia meloni

TRIVELLATE PER LA PATRIA! – PER GARANTIRE UNA MAGGIORE INDIPENDENZA ENERGETICA IL GOVERNO È PRONTO A PERMETTERE LE ESTRAZIONI DI GAS NELL'ALTO ADRIATICO, IN UNA ZONA INTERDETTA DA 30 ANNI – UNA SCELTA CHE MODIFICA IL PIANO REGOLATORE SULL’ESTRAZIONI DI IDROCARBURI, RIDUCENDO LA DISTANZA DALLA COSTA A 9 MIGLIA DALLE ATTUALI 12. E CHE PORTERÀ A INEVITABILI RICORSI E POLEMICHE – L'ITALIA È SEDUTA SU UN PATRIMONIO DI ALMENO 35-40 MILIARDI DI METRI CUBI DI GAS, CONTESO CON LA CROAZIA...

Fabio Savelli per il “Corriere della Sera”

 

GIACIMENTI DI GAS IN ITALIA

L'Italia è seduta su un patrimonio di almeno 35-40 miliardi di metri cubi di gas, conteso con la Croazia che invece estrae metano ed esporta a prezzi da capogiro in Europa. Più della quota di importazioni che l'anno scorso è arrivata da Mosca e che ora si è costretti a ridurre (e ad azzerare in un paio di anni). Riserve scoperte in gran parte negli anni '80 ma imprigionate sotto i fondali dell'alto Adriatico - tra il Veneto e la Romagna - e nel Canale di Sicilia, soprattutto al largo di Gela.

 

Giacimenti ostaggio di divieti, bocciati anche da un referendum (che mancò il quorum) nel 2016. Sepolti dalle invettive dei Comitati, vittime di mancate autorizzazioni e di scarsi investimenti perché privi di garanzie di remunerazione, travolti da polemiche infinite per l'impatto ambientale delle trivellazioni con i pericoli di un progressivo abbassamento dei fondali, fenomeno chiamato subsidenza, su cui vigilare.

 

GAS ITALIA

Ora il governo corre ai ripari tentando di spingere la produzione nazionale di gas crollata nel 2021 ai livelli del 1954. Nell'emendamento al decreto Aiuti-ter l'esecutivo prevede due miliardi di metri cubi di gas destinati alle aziende ad alto consumo di metano. Se ne contano circa 150 in una lista già compilata da Confindustria recepita dal ministero per la Transizione ecologica.

 

Gas distribuito, secondo un meccanismo di aste coordinato dal Gse, il gestore per i servizi energetici, a prezzi calmierati. In una forchetta tra i 50 e i 100 euro a megawattora, un valore più basso di quello attuale del Psv, circa 153 euro, parametro di riferimento per il mercato italiano. «Mettiamo così in sicurezza il tessuto produttivo e ci rendiamo più indipendenti dalle importazioni di gas», ha detto ieri la premier Giorgia Meloni. Il governo è pronto a garantire, già da gennaio e fino al 2024, una prima fetta di forniture (il 75% dei volumi potenziali). Aprendo uno spiraglio, seppur minimo e delicato dal punto di vista politico, alle estrazioni nell'Alto Adriatico. Una porzione interdetta da 30 anni.

 

GAS ITALIA

Che corrisponde all'estremità più a sud, tra il 45° parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po. Dunque al largo di Rovigo dove già insiste il rigassificatore Adriatic Lng. A poca distanza dalla laguna di Venezia, area che però è stata esclusa per il rischio di abbassamento dei fondali, su cui pendono i maggiori interrogativi di impatto ambientale.

 

Una scelta che modifica il piano regolatore che disciplina le estrazioni di idrocarburi in Italia riducendo la distanza dalla costa a 9 miglia dalle attuali 12. Lo consente - ed è l'altro vincolo - solo per giacimenti con un potenziale superiore ai 500 milioni di metri cubi. L'ipotesi è quella del coinvolgimento in questa porzione di mare dell'Eni in consorzio con altri operatori, tra cui Energean, quotata a Londra e Tel Aviv.

 

ITALIA E GASDOTTI

Fonti del gruppo del cane a sei zampe fanno sapere che «non appena acquisiremo tutti gli elementi di dettaglio valuteremo la quantità di produzione di gas che potremo mettere a disposizione tra Adriatico e Canale di Sicilia». Nel decreto approvato dal Consiglio dei ministri si legge che tra i «5 permessi interessati dall'intervento di modifica» c'è n'è uno «al largo di Brindisi» e «un altro a largo di Gela e a ridosso della concessione di "Argo e Cassiopea" dell'Eni» la cui attività estrattiva è prevista dal 2024 e vale 10 miliardi di metri cubi. È certo che non mancheranno le polemiche e i ricorsi.

 

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, sta studiando in queste ore il testo governativo, perché sa di maneggiare una patata bollente, A febbraio scorso, nei giorni dell'invasione dell'Ucraina, aveva ventilato la possibilità di nuove estrazioni definendole però un «palliativo» rispetto al fabbisogno del Paese, che oscilla tra i 73 e i 76 miliardi di metri cubi all'anno. Ma la strada per l'indipendenza energetica passa anche da qui considerando che fino a venti anni fa si estraevano dieci volte i volumi attuali e la quota di import dalla Russia era inferiore della metà.

 

clara ovest piattaforma sul mare adriatico

Secondo un'analisi pubblicata ad aprile da Assorisorse, delle 108 concessioni relative al gas attive ne permangono solo 52, di cui 31 «soggette a vincoli». I produttori in questi anni a causa dell'incertezza hanno preferito non investire. I giacimenti fermi però perdono ogni anno il 15% di capacità. E lo Stato, mentre spinge sulle trivelle, ha appena fatto ricorso contro l'arbitrato internazionale che ha condannato a 190 milioni di danni l'Italia per lo stop imposto alla compagnia Rockhopper, nel 2016, al giacimento petrolifero Ombrina, nell'Adriatico di fronte a Ortona.

IL RITORNO DELLE TRIVELLE CONTRO IL CARO BOLLETTE - LA NUOVA MAPPA DEL GOVERNO PER RADDOPPIARE IL GAS ITALIANO

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?