“APOCALYPSE MURDOCH” DI GLAUCO BENIGNI, 18° PUNTATA - DA PAPERONE A PAPERINO: IL 1990 È L’ANNO PIÙ NERO DI MURDOCH - 150 CREDITORI, E IL DEBITO DI “SKY TV” TOCCA I 150 MLD DI LIRE - DOPO IL FALLIMENTO DI ALAN BOND, ROBERT CAMPEAU E DONALD TRUMP, CHE ERANO RIUSCITI A NAVIGARE MAGISTRALMENTE NEI DEBITI, PER LO SQUALO (E PER LE BANCHE SUE CREDITRICI) È ALLARME ROSSO…

Videoblog di Glauco Benigni
http://www.youtube.com/user/glaucobenigni/featured

Il libro è acquistabile online
http://www.bandashop.it/product.php?id=18


NEL LABIRINTO DI CONTI E DEBITI...
L'annus horribilis di Rupert Keith Murdoch comincia nel febbraio del 1990 e si conclude nel febbraio del 1991. Alla Casa Bianca c'è George Bush sr., a Downing Street la Thatcher passa il testimone a John Major. È senza dubbio il periodo più nero di tutta la vita del nostro tycoon, il cuore del suo nono settennato di vita: la fase cruciale in cui la sua radiosa immagine di Paperon de' Paperoni trasmuta in quella di Paperino.

È un anno in cui il Padrone dei media si arrocca nel labirinto dei suoi conti, all'interno del castello di carta dei suoi bilanci annuali, mentre alle porte lo assediano i creditori: 150 tra banche e società d'assicurazioni. Povero Murdoch ! Le prime rughe, sul suo volto di cinquantanovenne ben tenuto, appaiono alla vista dei bilanci di Sky Tv.

Il bouquet di canali, guanto di sfida gettato alla televisione analogica terrestre nel Regno Unito, chiude il secondo semestre del 1989 con un deficit di 150 miliardi di vecchie lire. «Se le perdite dovessero continuare a questo ritmo la situazione diventerebbe presto insostenibile», gli dicono i suoi direttori delle finanze. E Murdoch annuisce. Lo sa bene.

La primavera e gli inizi dell'estate, nelle varie sedi della News Corp. sparse nel mondo, passano tra tumultuose comunicazioni e batticuori. I nuovi apparati telefax aiutano, ma non più di tanto. In agosto non ci sono più dubbi: il rapporto tra indebitamento totale e valore complessivo del capitale di Murdoch è 110/100, il massimo consentito dagli accordi con i creditori.

Suona l'allarme rosso. In quel periodo sono già saltati per aria alcuni grandissimi genii del debito: gli Houdini, che erano stati in grado di districarsi da qualsiasi stretto groviglio di impegni a pagare, cominciano ad affogare nel fiume di cifre in cui si erano spettacolarmente gettati. Tra questi figurano alcuni "principi del vivere in rosso": Alan Bond, Robert Campeau e Donald Trump. Potrebbe accadere anche a Murdoch ? Perche' no?

IL MERCATO DEI DEBITI
I decenni Settanta e Ottanta avevano generato una quantità di cambiamenti fondamentali - sia nella finanza sia nel settore degli investimenti - maggiori di qualsiasi altro periodo, inclusa la Grande Depressione. Tali mutamenti avevano introdotto riforme strutturali nell'economia e nelle Borse. La deregulation, la revisione del sistema fiscale, la globalizzazione dei mercati e, soprattutto, il largo uso dei computer e delle tecnologie di comunicazione, avevano alterato il mondo del denaro in modi che coinvolgevano chiunque.

Con la simultaneità delle trattative si generava sia maggiore semplicità sia maggiore complessità nell'universo finanziario e ciò aveva reso possibili forme di transazione e metodi di rischio senza precedenti. Il cosidetto «May Day» del mercato azionistico (1 maggio 1975) e il Depository Institutions Deregulation and Monetary Control Act (1980), avevano iniziato un'era di deregulation e diversificazione per le industrie bancarie e del brokeraggio che era sfociata nella grande offerta di nuovi prestiti e strumenti finanziari.

Quattro tappe fondamentali - il Tax Reform Act (1976), l'Economic Recovery Tax Act (1981), il Tax Equity and Fiscal Responsibility Act (1982) e il nuovo Tax Reform Act (1984) - avevano sostanzialmente modificato il modo in cui sia gli individui che le società gestivano le loro risorse finanziarie. Su scala mondiale, dopo gli eventi traumatici dell'aumento del prezzo del petrolio e dell'inflazione a due cifre, l'economia mondiale si era scoperta più interdipendente che mai.

Il risultato era stato una vasta opportunità di investimenti creata dalle società che agivano nel mercato del debito e delle azioni ordinarie. Si era inoltre costruito un mercato molto «creativo» costituito dagli acquisti e fusioni delle corporations, nel quale si rinvenivano veloci e facili guadagni.

Tutti gli Houdini del debito/investimento avevano vissuto gli anni Ottanta come gli anni della cornucopia finanziaria. La locomotiva economica occidentale, mossa dall'instancabile tandem Reagan-Thatcher, sbuffava ma tirava. Le banche concedevano prestiti in allegria, era il loro lavoro. I grandi alfieri del libero mercato utilizzavano il denaro altrui per acquisizioni e spericolati investimenti, era il loro lavoro.

La formula era per tutti la stessa: rivalutare i propri assetts dopo abili make-up di bilancio, darli in garanzia, ottenere denaro e linee di credito per nuovi acquisti, pompare investimenti nei nuovi progetti e soprattutto tralasciare di aumentare i dividendi nelle vecchie imprese. Gli affari andavano bene, la bandiera dei profitti garriva al vento della Storia, i debitori restituivano più o meno puntualmente, le banche erano soddisfatte e tutto filava per il meglio. Ma ora l'incertezza è alle porte e si fanno i conti in tasca a tutti.

Per Murdoch l'appuntamento con la verità è il 23 agosto 1990. In quella data annuncia i risultati dell'anno (conclusosi il 30 giugno): gli utili dopo le tasse sono la metà di quello precedente e il debito totale è aumentato di 1 miliardo di dollari australiani, fino a raggiungere i 10,4 (equivalenti a circa 10.000 miliardi di vecchie lire). Una situazione paragonabile all'indebitamento di una nazione come l'Ecuador, peggiore se si considera che i debiti «a breve», cioè in scadenza nei futuri dodici mesi, sono aumentati di quasi sei volte e ammontano a circa 3 miliardi di dollari australiani.

Un tremito corre lungo la spina dorsale dei banchieri di tutto il mondo. Già nel giugno del 1989, la News Corp. doveva 5,8 miliardi di dollari australiani alle banche, 1,8 ai detentori di bond e un altro 1,8 ai detentori di azioni privilegiate. In tutto 9,4 miliardi di dollari australiani. Da quel momento Murdoch ha cercato di correre ai ripari: ha venduto circa 1,2 miliardi di dollari australiani di assett, ma l'incasso è andato a sanare un debito equivalente contratto dalla sua casa editrice HarperCollins. Tutta colpa della «cultura», si dira'.

Gli analisti della Anz McCaughan - che impastano e rimpastano i bilanci della News Corp. - rammentano che la Corporation ha generato più di 1,5 miliardi di dollari australiani nel periodo giugno 1989-giugno 1990, ma dopo aver pagato banche, tasse, dividendi, e aver investito in innovazioni tecnologiche nei giornali australiani e inglesi, è risultato un rosso di 450 milioni di dollari australiani. Quindi, alla fine, controvoglia, si ammette : il debito netto totale è di 10,4 miliardi di dollari australiani, vale a dire 9,4 miliardi di dollari americani. Tale debito sarà fatale se risulterà maggiore dell'assett totale della News Corp. o se genererà interessi tali da eroderlo in breve tempo.

La prima ipotesi comunque non è verosimile e la seconda appare attualmente improbabile: «Niente è impossibile , pero'», dicono gli analisti delle maggiori piazze d'affari, «visto lo sterminato puzzle di conti che riguardano la News Corp. e le sue consociate e possedute». Inoltre, a causa del fatto che la News Corp. è quotata in diverse Borse, si individua un contrasto latente tra le competenti Autorità americane e australiane: le prime sono più dure, mentre le seconde, che seguono le regole del Commonwealth, lo sono molto meno. Fortunatamente per Murdoch le convenzioni che regolano i suoi debiti fanno riferimento alle regole australiane.

18/ Continua...

APOCALYPSE MURDOCH - PRIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-ogni-settimana-due-miliardi-di-persone-leggono-38253.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SECONDA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-2-puntata-chi-ha-finanziato-lo-squalo-38304.htm

APOCALYPSE MURDOCH - TERZA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-3-puntata-il-clan-dei-murdoch-attraversa-38422.htm

APOCALYPSE MURDOCH - QUARTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-4-puntata-squalo-sul-lavoro-pesce-lesso-38486.htm

APOCALYPSE MURDOCH - QUINTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-5-puntata-la-terza-moglie-wendi-deng-che-ha-38535.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SESTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-6-puntata-lo-squalo-compare-in-116-mln-di-38596.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SETTIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-7-puntata-il-pulcino-che-divenne-un-cane-terrier-laustralianism-di-rupert-38667.htm

APOCALYPSE MURDOCH - OTTAVA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-8-puntata-lodio-di-ted-turner-fondatore-38720.htm

APOCALYPSE MURDOCH - NONA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-9-puntata-quando-blair-chiam-prodi-per-permettere-a-38760.htm

APOCALYPSE MURDOCH - DECIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-10-puntata-come-inizi-tutto-il-melbourne-herald-il-38823.htm

APOCALYPSE MURDOCH - UNDICESIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-11-puntata-1968-un-canguro-alla-conquista-di-londra-38941.htm

APOCALYPSE MURDOCH - DODICESIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-12-puntata-durante-lo-scandalo-watergate-murdoch-sceglie-la-39263.htm

APOCALYPSE MURDOCH - TREDICESIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-13-puntata-i-primi-fallimenti-negli-usa-a-causa-39374.htm

APOCALYPSE MURDOCH - QUATTORDICESIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-14-puntata-dopo-la-delusione-della-warner-il-colpaccio-39498.htm

APOCALYPSE MURDOCH - QUINDICESIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-14-puntata-il-bucaniere-murdoch-schiera-nelletere-usa-la-39560.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SEDICESIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-16-puntata-lo-squalo-addenta-un-pesce-troppo-grosso-39616.htm

APOCALYPSE MURDOCH - DICIASSETTESIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-17-puntata-dallintuizione-di-un-giornalista-inglese-piove-dal-39695.htm


 

RUPERT MURDOCH CON IL SUN A TRENTATRE ANNI DI DISTANZARUPERT MURDOCH RUPERT E WENDI DENG MURDOCHRUPERT E WENDI MURDOCH CON LE FIGLIE RUPERT MURDOCHrupert murdoch 50rupert murdochRupert Murdoch

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…