sonia raule

“DAL MATERASSO ALLA RETE”! SONIA RAULE RICORDA LO SCOOP DI ROBERTO D’AGOSTINO CHE IL 23 MAGGIO DEL 2001 INAUGURÒ DAGOSPIA CON LA STORIA DELL’ALLORA AD ENEL, FRANCO TATÒ, CHE VOLEVA ACQUISIRE TELEMONTECARLO, PER PIAZZARCI LEI, ALL’EPOCA SUA COMPAGNA – “A DAGO NON PARLAI PER ANNI. OGGI ABBIAMO FATTO PACE. È DISSACRATORE E INTELLIGENTE” - LA COTTA PER CARMELO BENE, LE AVANCES DI BOB GELDOF, LA GAFFE SU SABRINA FERILLI (“DISSI CHE ERA UNA COZZA"), FRANCO TATO’ CHE LESSE IL SUO CURRICULUM E LA STRONCO': "HA FATTO COSE GENIALI E NON NE HA PORTATA AVANTI UNA” – “HO CONOSCIUTO IL POTERE E SO..."

Michela Proietti per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

sonia raule

Sonia Raule: autrice, conduttrice, scrittrice, produttrice ed ex modella. Moglie e vedova di Franco Tatò.

 

Quante vite ha vissuto?

«Mi piace che lo dica, perché credo davvero di aver vissuto più vite. Molti si fermano alla prima, io sono andata avanti affrontando quella successiva con una maturità diversa. E con la consapevolezza di essere fortunata: non è dato a tutti di vivere più volte».

Cominciamo dall’inizio: è nata a Milano per caso.

«Papà, veneto, lavorava a Milano. Ma sono cresciuta e ho studiato a Padova. Ci sono rimasta fino a quando non sono diventata insofferente. E sono tornata a Milano».

 

 

(...)

La prima Sonia Raule era una rivoluzionaria?

«Ero una studentessa con alti e bassi, una discontinuità legata all’impegno politico».

E lei aveva un’arma in più: la bellezza.

«Non ne sono mai stata particolarmente consapevole. Se si scontra con le insicurezze non riesci a viverla con sfacciataggine. Poi, però, mi ha aperto delle strade».

Ha iniziato come modella.

sonia raule franco tato

«Ma il mio primo lavoro è stato nel laboratorio di maschere di Donato Sartori: un lavoro complesso e faticoso. Ho manualità: guadagnavo 25 mila lire a maschera. Da lì passavano i protagonisti del teatro: mi sono presa così la prima cotta. Platonica».

 

Per chi?

«Carmelo Bene. Rimasi affascinata dal personaggio, dalla capacità di usare la voce e di tenere la scena. Un’ammirazione sfociata in nulla».

 

Si trasferisce a Roma quando sposa Bernardino Campello della Spina, giornalista e nipote di Agnelli.

«Ci siamo conosciuti a casa di Carmine Benincasa: il suo salotto era un crocevia di intellettuali. Una sera Bernardino era lì e io indossavo un abito Valentino in velluto nero».

 

dago

Colpo di fulmine.

«Eravamo troppo giovani e ci siamo lasciati dopo 8 anni. Ma siamo stati buoni genitori per nostro figlio Tancredi».

 

Altri punti in comune?

«L’amore per l’arte. Bernardino possedeva le Fonti del Clitunno a Spoleto, donate da suo nonno alla moglie, la contessa Maria Bonaparte. Quando vidi quel laghetto abbandonato lo convinsi a parlare con la Sovrintendenza».

 

La separazione e la tivù .

«A un certo punto ho deciso che mi sarebbe piaciuto fare tivù. Una regressione infantile: da piccola mi mettevo davanti allo schermo spento e sognavo di essere lì dentro».

E ha realizzato il sogno.

sonia raule franco tato 34

«A Villa Miani c’era un cena organizzata dal circuito Odeon 5 Stelle. Mi feci invitare e fui molto pushing: li convinsi a darmi un programma. Il primo fu un talk sull’esercito: quello passava il convento».

 

I salotti contavano?

«Era bello entrare e uscire da tutti. Si sceglieva in base a chi c’era: dalla Verusio incontravi Scalfari. Da Maria Angiolillo ne incrociavi altri: una sera mi trovai seduta tra Bossi e Bersani. Il cinema passava da Paola Sturchio. Non ricordo in quale, ma una sera c’era Bob Geldolf che si innamorò delle mie scarpe in cavallino nero e disse: “I call your shoes fuck me shoes” ». Evitai che mi accompagnasse a casa».

 

La Rai.

«Nel 1997 Giovanni Minoli, direttore di Rai Tre mi affidò Art’é, in prima serata. Facevamo ottimi ascolti perché usavamo un linguaggio facile».

 

L’incontro con Franco Tatò, suo secondo marito .

«A Montecatini, dove c’era una mostra sponsorizzata da Enel. A cena da Alessandra Borghese ho incrociato gli occhi azzurri di Franco: siamo rimasti insieme 26 anni».

 

È mancato da poco. Quale è il suo stato d’animo oggi?

sonia raule fraco tato

«Ci sto ancora facendo i conti: all’inizio l’assenza è stata prevaricante. Poi diventa patologico e devi iniziare il cammino di Zarathustra con il funambolo morto sulle spalle: quando lo seppellisce termina il suo percorso».

 

Cosa che le manca?

«Tutto, persino i litigi. Nostra figlia Carolina diceva: “sono cresciuta tra i bisticci”. Ma duravano mezz’ora».

 

Lo chiamavano Kaiser sul lavoro. E in famiglia?

«A volte era duro. Lesse il mio cv su Wikipedia e disse: “È il curriculum di chi ha fatto cose geniali e non ne ha mai portata avanti una”. Ci rimasi male, a volte trascuravo le mie cose per seguirlo».

 

Qualche vantaggio?

«Cercavo di cogliere le opportunità. Mentre conducevo Art’é, mi chiese di accompagnarlo nel road show in giro per il mondo per la privatizzazione di Enel. Mi portai dietro un cameraman: quando Franco faceva le presentazioni agli analisti, noi andavamo nei musei. Tornai indietro con molto materiale».

 

sonia raule 45

Eravate una power couple?

«Avevamo un potere mediatico: era un filosofo, ma con uno spirito da ragazzo. I nostri 30 anni di differenza pesavano più a lui. Era arrabbiato di diventare vecchio».

 

La vostra casa in Puglia è stata un buen retiro.

«Franco ha fatto pace con la Puglia grazie a me. Era nato a Lodi e non rivendicava le origini: poi quando è nata Carolina l’abbiamo svezzata lì. Leonardo Mondadori ci trovò la nostra masseria: ora voglio chiuderla per un po’».

È morto a San Giovanni Rotondo.

«Era ateo senza ripensamenti, ma aveva una devozione per Padre Pio. Doveva affrontare un intervento complesso e la clinica migliore era a San Giovanni Rotondo: prima di ricoverarsi si ritirò in preghiera. Ci stette a lungo, gli domandai: “Ma cosa hai chiesto a Padre Pio”?»

 

Immagino di vivere.

sonia raule 34

«Ci disse : “Se c’è qualcosa per la quale vale la pena ancora vivere”. Io e Carolina avvertimmo in quella circostanza il suo cinismo irriverente. Credo che abbia chiesto di non soffrire: prima della sala operatoria ebbe la crisi fatale».

 

Da cosa ricomincia oggi?

«Da una società di cibo vegano: si chiama Vegzone. Apri le vaschette e senti ancora il profumo degli ingredienti».

 

È vero che non chiede mai l’età a chi incontra?

«Mi condiziona: ci relazioniamo agli altri in base alla età, non alla persona».

 

L’età delle sue amiche?

«Con Lina Sotis, che ha 80 anni, parliamo di come tenere pulita Milano».

 

Due donne eleganti?

«Miuccia Prada, è regale nella semplicità. Poi Benedetta Porcaroli: giovane e chic ».

 

sonia raule 33

Una gaffe storica?

«Dissi in un’intervista che Sabrina Ferilli era una cozza: Franco ne dovette rilasciare un’altra dicendo che era una donna meravigliosa...»

 

Roberto D’agostino inaugurò Dagospia con lei.

«Sì, e non gli parlai per anni. Oggi abbiamo fatto pace. È dissacratore e intelligente».

 

Lei è una donna di potere?

«Ho conosciuto il potere e so riconoscerlo al volo».

 

(...)

Potrebbe innamorarsi ancora?

«Mai dire mai. Magari nella prossima vita, si dice che i gatti ne abbiano sette».

sonia raule franco tato franco tato?? con la moglie sonia raule nella sua masseria a fasanosonia raule sonia raulesonia raule tatogiovanni malago sonia raule tatosonia raule 2sonia raule roberto bollesonia raule franco tatosonia raule sonia raule a vent annisonia raule sonia raulesonia raule

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…