MAI DIRE TV! PIDIELLINI CONTRO FLORIS: “ATTACCA SUGLI STIPENDI DEI DEPUTATI? PENSI AI SUOI 500MILA EURO” - SI AVVICINA LA CAMPAGNA ELETTORALE ED È PRONTO L’ENNESIMO CAMBIO DELLA PAR CONDICIO - RENZI DA SANTORO

CARDANI, PAR CONDICIO STRUMENTO FARRAGINOSO
(ANSA) - "La par condicio cosi' come e' organizzata e' uno strumento estremamente farraginoso". E' quanto ha affermato il presidente Agcom, Angelo Marcello Cardani, rispondendo in Vigilanza Rai a Michele Anzaldi (Pd) che poneva il problema del riequilibrio in sei mesi a favore del Pdl imposto a In Mezz'Ora di Lucia Annunziata. Un provvedimento, secondo Anzaldi, che su una trasmissione settimanale danneggia la parte giornalistica e rischia di trascurare grossi avvenimenti con "danno sia all'informazione che all'audience". "Riparare a squilibri che sono stati computati sulla base del tempi, attraverso riequilibri basati di nuovo sul tempo - ha aggiunto Cardani - e' l'unica strada percorribile, ma e' un insulto a professionisti del giornalismo. Per un giornalista quello che conta e' la notizia. Non e' facile uscire da questa trappola. Stiamo procedendo a un esame sistematico della normativa vigente e delle nostre delibere in modo da adeguarle al mutamento che c'e' stato in questi anni".

2. PAR CONDICIO: CARDANI, RIEQUILIBRI SU TEMPO SOLA VIA MA INSULTO A GIORNALISTI
(Adnkronos) - "Ristabilire gli squilibri della par condicio calcolati sui tempi, attraverso riequilibri di nuovo basati sul tempo fisico e' l'unica strada percorribile ma e' anche un insulto alla professionalita' dei giornalisti che giustamente dicono che quello che conta e' la notizia". Lo ha detto il presidente dell'Agcom, Angelo Marcello Cardani, nel corso dell'audizione in commissione di Vigilanza Rai, sottolineando che "la par condicio, cosi' com'e', e' uno strumento farraginoso ed e' compito del Parlamento risolvere i problemi per uscire da questa trappola".

Cardani ha pero' rinviato la trattazione del tema a un'audizione separata. "Stiamo procedendo alla visione della normativa vigente e delle nostre delibere. Al termine faremo le nostre proposte al Parlamento, quindi -ha detto- mi sembrerebbe la soluzione piu' ragionevole illustrare queste proposte prima alla commissione di Vigilanza e poi al Parlamento".

Proposta accolta dal presidente della Vigilanza, Roberto Fico, che ha sottolineato come il "pluralismo dell'informazione in generale vada completamente rivisto, in modo completo, ma serve un giornalismo distaccato dal potere di qualsiasi genere".

Quanto all'affidabilita' dei sondaggi diffusi nei vari programmi televisivi, Cardani ha ricordato che "per potere diffondere i sondaggi, bisogna prima avere depositato presso un ufficio della Presidenza del Consiglio tutte le informazioni sulle modalita' di svolgimento, cosa che dovrebbe sgombrare il campo dalla paura di sondaggi manipolati o manipolabili.

Dico dovrebbe -sottolinea il presidente dell'Agcom- perche' immagino che la grande maggioranza di questi sondaggi sia corretta e che la Presidenza del Consiglio abbia gli strumenti per valutarli, anche se il dubbio e' a volte giustificato". Quanto al divieto di diffonderli nei 15 giorni che precedono le elezioni, Cardani afferma che "ricorda editti seicenteschi.

Ci troviamo ad avere a che fare con norme dell'anteguerra che vanno aggiornate. Serve un minimo di rispetto anche nei confronti di funzionari che lavorano fino alle tre di notte per applicare queste norme e la gente non lavora solo per i soldi, ma anche per orgoglio", conclude.

3. BALLARO' ATTACCA SUI SUPER STIPENDI DEI POLITICI? QUANCUNO RICORDI A FLORIS I SUOI 500MILA EURO
A chi bazzicava dalle parti della Camera nel primo pomeriggio poteva capitare di imbattersi in un capannello di deputati pidiellini, generosi di rimproveri per il loro collega Maurizio Gasparri. La colpa dell'ex ministro? Non aver impallinato a dovere Giovanni Floris ieri sera a Ballarò. "Ma come - spiegava un peone meridionale - Floris fa attaccare i deputati sullo stipendio e tu non gli tiri fuori neanche i 500mila euro che si prende lui dai contribuenti?". Durante la puntata, infatti, l'economista Dominick Salvatore ha lanciato l'affondo sugli onorevoli italiani che "costano sei volte il reddito medio, mentre in Usa costano 3 volte e in Inghilterra due volte". "E i conduttori Rai quante volte ci costano?", rincarava un altro pidiellino evocando Brunetta.

4. GIOVEDÌ SERA RENZI OSPITE DA SANTORO A 'SERVIZIO PUBBLICO'
. (TMNews) - "Leader adesso" è il titolo della settima puntata di Servizio Pubblico, il programma di Michele Santoro in onda giovedì 7 novembre, alle 21.10, su La7. Ospite in studio Matteo Renzi. "Il Paese non cresce, il Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri non si dimette e sulla legge di stabilità pesa ancora l'incognita della decadenza di Silvio Berlusconi. Matteo Renzi - è la presentazione della nuova puntata di Servizio Pubblico- può ancora aspettare il congresso del Partito democratico, l'approvazione della legge di stabilità, la data per le elezioni politiche? O sarebbe meglio per l'Italia che si offrisse da subito come leader?"

5. DI LORENZO CON INGROIA LANCIA 'COORDINAMENTO VITTIME MALARAI' - "DA ALTRI IMPRENDITORI NOTIZIE DI INFILTRAZIONI MAFIOSE NEGLI
APPALTI RAI"
(Adnkronos) - Un 'Coordinamento per la tutela delle vittime del sistema malaRAI'. E' l'iniziativa annunciata oggi a Roma dall'imprenditore Pietro Di Lorenzo insieme ai suoi avvocati Alessandro Diddi ed Antonio Ingroia, quest'ultimo al suo primo incarico da difensore dopo aver lasciato la magistratura. Di Lorenzo, ex titolare della societa' di produzione Ldm, nei mesi scorsi ha reso noto di aver denunciato richieste di tangenti da parte di Viale Mazzini ai tempi in cui era presidente della Ldm.

Dalla denuncia e' scaturita un'inchiesta della Procura di Roma tutt'ora in corso. Successivamente l'imprenditore ha lamentato il fatto che la Rai, dopo le sue denunce, avrebbe tagliato fuori dalle sue produzioni non solo Ldm ma anche "una serie di persone che hanno avuto la sola sfortuna di aver lavorato per Ldm". Sulla scia di quanto accadutogli, Di Lorenzo ha invitato altri imprenditori che fossero occorsi in episodi simili a scrivergli sul suo sito.

"E grazie al web -ha detto oggi Di Lorenzo in una conferenza stampa convocata insieme ad Ingroia e Diddi- abbiamo ricevuto notizie inquietanti. Sono venuto a conoscenza, in maniera circostanziata e con nomi e cognomi, da altri fornitori dell'azienda televisiva di Stato di altri gravi fatti di corruzione e di possibili infiltrazioni mafiose nella gestione degli appalti in Rai. Notizie che ho prontamente comunicato alla Magistratura con un nuovo esposto", ha aggiunto l'imprenditore, che lamenta anche "pressioni di Viale Mazzini sugli organi di stampa per non far parlare di queste vicende".

 

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