andrea garrone roma santa e dannata roberto d agostino dago marco giusti pina bausch degrado gender club renato zero bettino craxi alberto sordi paolo zaccagnini

“DEGRADO” CAPITALE! - “A ROMA UN GIORNO ARRIVA LA COREOGRAFA PINA BAUSCH E CHIEDE DI VEDERE UNA ROMA VERA. CON MATTEO GARRONE LA PORTIAMO AL ‘DEGRADO’, UN LOCALE CHE ERA TUTTA UNA DARK ROOM” – DAGO RACCONTA A “CHI” DEL DOCU-FILM “ROMA SANTA E DANNATA”, DI CUI E’ PROTAGONISTA CON MARCO GIUSTI, CHE VERRA' PRESENTATO ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA – CRAXI E L’HAREM DEL GAROFANO (CHE SANDRA MILO “HA PROVATO A NEGARE”), RENATO ZERO CON LA TUTINA DI ''LURIDEX'' E LA NOTTE AL PIPER IN PELLICCIA CON PAOLO ZACCAGNINI (“QUANDO TORNO TROVO MIO PADRE CHE FA A MIA MADRE: “C’AVEMO IL FIGLIO FROCIO”)...

Azzurra Della Penna per “Chi”

 

roberto d agostino marco giusti roma santa e dannata

Cartoline da Roma? Monica Guerritore vestita da centravanti della Lupa che lascia il Number One con Alain Delon (era arrivata con Christian De Sica), mentre Helmut Berger, nudo, in piedi su un tavolino, balla lanciando noccioline. Giovanni Paolo II resta fuori dal Vaticano perché non ha i documenti da mostrare alla guardia svizzera. E il piantone in questura gli dice: “Ma come? Sei il Papa e non c’hai le chiavi di casa?”. 

 

Le trans del Muccassassina che si ritrovano, chi con la parrucca storta, chi con il tacco rotto, mano nella mano: “Facevamo come nel quadro di Matisse, ballavamo il sirtaki”, rivela Vladimir Luxuria. Le cartoline le firma Roberto D’Agostino, che scrive e descrive la (sua) capitale nel documentario che presenterà alla Festa del Cinema di Roma. A fargli da sparring partner in queste notti di fuochi e di artifici, Marco Giusti. «Io sono Virgilio e lui è Dante», dice Dago. «O siamo Tomas Milian e Bombolo», arriva l’eco sorniona di Giusti. Dietro la macchina da presa c’è Daniele Ciprì, davanti c’è lei, tutta intera, Roma santa e dannata.

 

dago e marco giusti in roma santa e dannata 2

Domanda. Lei dice che Roma sa distinguere la cronaca dalla Storia con la S maiuscola. Visti Gesù e Giulio Cesare...

Risposta. «Questo è il codice romano e da due millenni regge a tutte le scosse. Ogni volta c’è l’annuncio: “Arrivano i barbari”. Poi scopri che questi barbari ci mettono il tempo di una cena al Bolognese, il tempo di una festa in discoteca... Saranno presto corrotti... Tranquilli, che tutto svanisce. Sì, noi lo sappiamo».

 

D. Ma se non è in politica, se non è nel successo o nel denaro, dove alberga il potere?

R. «Ah, ma qui arrivano i politici, tutti, e si mettono al volante, chi lo gira a destra, chi a sinistra, ma la macchina non va, perché? Perché il motore sta sotto. Il potere sta sotto: Consulta, magistratura, servizi, Quirinale...».

 

matteo Garrone e pina bausch al gender club di roma

D. E allora il voto a che serve? 

R. «Cossiga diceva: “Il voto serve. Ma non apparecchia”. Qui c’è la rete, quando vedi la gente al ristorante, ma quelli mica mangiano, sono al lavoro. E poi c’è il disincanto romano: sai che quello che oggi è tragedia, domani sarà farsa. Nel documentario c’è Sordi che racconta la sua cena-digiuno con Agnelli, è eccezionale».

 

D. E poi viene “ammazzato” da un autista che gli dice: “Albé, ce semo invecchiati”».

R. «Ma a Roma la pernacchia è sempre pronta, Roma è il posto meno adatto per le celebrità».

 

D. Momento cult è il racconto del funerale romano.

R. «Ma quanto è importante il necrologio per capire il peso dell’uomo? Così il funerale diventa incontro, chiacchiera, pranzo, cena, il funerale è l’apoteosi, in tutto il mondo è dramma a Roma è... Sembra cinismo, ma la verità è che morto uno dei nostri, lo celebriamo. E alla fine senti sempre questa frase: “Che bel funerale, mejo de na festa”».

 

sandra milo - roma santa e dannata

D. Lei insiste sul paganesimo e tutti, comprese Luxuria e Vera Gemma, parlano di una Roma, in qualche modo, salvifica.

R. «Ma il cattolicesimo è rappresentato in maniera solida dall’abbraccio di piazza San Pietro del Bernini, quell’architettura è accogliente, è il perdono, è l’assoluzione. Non fa niente chi sei, sei una pecorella di Dio».

 

D. Non tutto è così luminoso e semplice, suvvia.

R. «Infatti per i romani la cosa più bella del giorno è la notte, che è stata quella che ha attirato Tennesse Williams e Gore Vidal. A Roma un giorno arriva la coreografa Pina Bausch e chiede di vedere una Roma vera. Con Matteo Garrone, che per l’occasione mette il montgomery, la portiamo al Degrado».

 

dago e marco giusti in roma santa e dannata 1

D. Non so se vogliamo sapere questa storia di... Degrado.

R. «Ma il Degrado non è altro... È un locale che tolta di mezzo l’ipocrisia delle dark room è tutta una dark room. Il sesso nel buio è libero, ti piace, non ti piace? Nessuno ti chiederà mai: “Ti è piaciuto?”».

 

D. Del Degrado parla Vera Gemma, di via Veneto Ceccherini, del Matriciano Vanzina, di un lisergico sabba di poeti, Verdone, di Craxi parla Sandra Milo...

R. «Che mi ha fatto girare perché negava l’esistenza dell’harem del Garofano, maddai».

 

roberto d agostino marco giusti vera gemma roma santa e dannata

D. Vabbè. Come li ha scelti?

R. «È tutta gente che si è messa in gioco, da loro non volevo un’opinione, volevo un racconto, la nostra formazione, la nostra vita è fatta di racconti: la cultura occidentale e la cultura orientale ruotano intorno a due testi che sono traboccanti di racconti, Le mille e una notte con Sherazade e il Decameron di Boccaccio».

 

D. Racconto boccaccesco è quello che riguarda Renato Zero, che, dopo un incidente con la 500 che entra nelle vetrine delle pompe funebri, verrà ricoverato nel reparto femminile dell’ospedale.

carlo verdone roma santa e dannata

R. «Renato indossava una tutina di lurex che io chiamavo luridex, quante botte ha preso... Ma il 1965 era un altro mondo. In quel periodo entra un nuovo soggetto sociale che è il giovane. Per dire, nel 1967 vedo Brian Jones con la pelliccia di lupo e le babbucce rosa e penso che è fantastico, così dico al mio amico Paolo Zaccagnini: “Andiamo al Piper con la pelliccia”. E lui arriva con il visone di sua madre e io prendo il cappotto di vermi, l’astrakan di mamma, che mi faceva pure schifo».

 

D. Ma poi l’astrakan l’ha fatto pure Prada.

R. «Io mi ricordo un caldo a ballà con quello, torno alle tre di notte con la circolare rossa e trovo mio padre che fa a mia madre: “C’avemo il figlio frocio”».

vladimir luxuria roma santa e dannata

 

D. Vladimir Luxuria dice che lei è un etero un po’ utero.

R. «Ma tutta la mia cultura è gay, dalla vita in su sono gay, dalla vita in giù sono etero».

 

D. Uh, la domanda più importante: ma l’avete detto a Monica Guerritore che con Delon...?

R. «Macchissene... Vede, i romani non sono eterni e lo sanno, perché davanti a Michelangelo capisci subito che la Cappella Sistina è più viva di te. Sa che diceva Chateaubriand? “Roma è bella per dimenticare tutto, Roma è bella per disprezzare tutto, Roma è bella per morire”».

 

intervista di dago a chi - roma santa e dannata

D. E per lei Roma?

R. «So che paragonarla a una città è come paragonare una sedia elettrica a una sedia».

renato zero

bettino craxi e sandra milo 1SANDRA MILO E BETTINO CRAXIpaolo zaccagninipapa wojtylaALBERTO SORDI 2anita ekberg gianni agnelliagnelli anita ekberg gianni agnelli bettino craxi e sandra milo 2

GENDER CLUB DI ROMAil gender club di roma 28il gender club di roma 9il gender club di roma 8il gender club di roma 16il gender club di roma 17il gender club di roma 29il gender club di roma 38gender club di roma 1il gender club di roma 14il gender club di roma 13il gender club di roma 11il gender club di roma 39il gender club di roma 12gender club di roma 3

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…