giorgia meloni gioventu meloniana

DAGOREPORT -  NEL GIORNO DELLA MEMORIA LA MELONI HA SORPRESO FACENDO UNA BELLA ACROBAZIA SUL FAMIGERATO VENTENNIO: “SHOAH, UNA TRAGEDIA OPERA DI NAZISTI CON COMPLICITÀ FASCISTA” - LA DUCETTA CERCA DI EVOLVERSI IN SENSO LIBERALE? PROSEGUIRÀ TOGLIENDO LA “FIAMMA TRICOLORE” POST-FASCISTA DAL SIMBOLO DI FDI? - INTANTO, UNA DICHIARAZIONE CHE DIMOSTRA COME L’UNDERDOG ABBIA GRAN FIUTO POLITICO E  CAPACITÀ DI MANOVRA PER NEUTRALIZZARE LO ZOCCOLO NOSTALGICO DI FRATELLI D’ITALIA - SECONDO: DI FRONTE ALLA IMPETUOSA AVANZATA DELLA TECNODESTRA DI MUSK E TRUMP, LA CAMALEONTE GIORGIA HA CAPITO CHE NON HA ALCUN BISOGNO DI METTERSI IL FEZ IN TESTA. QUINDI VIA DI DOSSO NON SOLO LE SCORIE DEL FASCISMO, A CUI LA SINISTRA SI ATTACCA PER SPUTTANARLA, MA ANCHE MANDANDO IN SOFFITTA POPULISMO E SOVRANISMO E CAVALCARE L’ONDA DELLA TECNODESTRA - L’ABILITÀ DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA È DI SAPER GIRARE LA FRITTATA SEMPRE A SUO FAVORE, AVVANTAGGIATA DA UN’OPPOSIZIONE EVANESCENTE, ANNICHILITA DALLA SCONFITTA

FINI A GERUSALEMME AL MURO DEL PIANTO CON DIETRO TERZI

DAGOREPORT

Era novembre 2003 e Gianfranco Fini volò in Israele, visitò Yad Vashem, il museo dell’Olocausto di Gerusalemme, e indossando una Kippah, il copricapo tradizionale ebraico, disse: “Il fascismo è l’epoca del male assoluto”. Non c’è “nessuna giustificazione per i carnefici di ieri”, aveva aggiunto il leader di Alleanza Nazionale.

 

E continuò: “Si devono denunciare le pagine di vergogna che ci sono nella storia del nostro passato. Bisogna farlo per capire la ragione per cui ignavia, indifferenza, complicità e viltà fecero sì che tantissimi italiani nel 1938 nulla facessero per reagire alle infami leggi razziali volute dal fascismo”.

giorgia meloni durante la sua visita alla sinagoga di roma

 

Ventidue anni dopo, in occasione del Giorno della Memoria e dell'80° anniversario della liberazione di Auschwitz, Giorgia Meloni ha sorpreso facendo una bella acrobazia sul fascismo: “Shoah, una tragedia opera del regime nazista che in Italia trovò anche la complicità di quello fascista, attraverso l'infamia delle leggi razziali e il coinvolgimento nei rastrellamenti e nelle deportazioni".

 

Una dichiarazione espressa in termini chiari, senza tanti giri di parole, che dimostra come l’Underdog di Colle Oppio abbia gran fiuto politico e capacità di manovra per neutralizzare lo zoccolo nostalgico di Fratelli d’Italia. Certo, non pronuncerà mai ha frase “Io sono antifascista” perché la considera alla stregua di una dichiarazione della sinistra contro il suo governo: evoca il 25 aprile, bandiere rosse, piazzale Loreto.

 

GIORGIA MELONI E LA MEMORIA - VIGNETTA BY MANNELLI

La signorina Meloni è in una fase evolutiva in senso liberale? Proseguirà togliendo di mezzo la “fiamma tricolore” post-fascista del Movimento Sociale di Almirante dal simbolo del suo partito? Per ora lo zoccolo nostalgico dei vari La Russa e camerati irriducibili, la trattiene dallo “spegnimento”.

 

Fatti due conti, la Camaleonte del Colle Oppio perderebbe troppo consenso tra i nostalgici di Eia Eia Alalà che non hanno ancora digerito la svolta di Fiuggi: una base che nelle urne si traduce in un 6% del suo elettorato. Ora non se lo può ancora permettere, anche per la discesa in politica del generale della Folgore, Roberto Vannacci, vero post-fascio fissato con la Decima Mas, un paio di punti che può racimolare presentandosi alle elezioni.

GIORGIA MELONI - DONALD TRUMP - ELON MUSK - IMMAGINE CREATA CON L IA E PUBBLICATA DA ANDREA STROPPA

 

Il cambio di direzione ideologico della Meloni ha all’origine vari motivi. Primo: di fronte alla impetuosa avanzata di un nuovo filone di libertarismo e autoritarismo rampante, starring i vari Musk e Trump, la destra che occupa Palazzo Chigi con l’80 per cento dell’informazione ai suoi piedi (i superstiti anti-governativi sono “Repubblica”, “La Stampa”, “Il Fatto quotidiano, il “Domani” e La7), non ha alcun bisogno di essere di mettersi il fez in testa e marciare col passo dell’oca.

 

E la Camaleonte Giorgia ha capito al volo che l’affermazione a colpi di manganello e olio di ricino è più obsoleto di un gettone telefonico, non serve più. E si è subito adeguata all’individualismo senza limitismo di una tecnodestra che mira a fottere le regole della concertazione (per Musk “la democrazia è un monumento di burocrazia”). Quindi togliersi subito di dosso le scorie del passato, sia ideologiche sia quelle muscolari.

 

DONALD TRUMP - ELON MUSK - GIORGIA MELONI

Secondo punto. Il pensiero della novella tecnodestra salita al potere coincide solo in parte con quello della destra tradizionale, anche estrema. Anzi: per Musk e Thiel, il sovranismo e il populismo, fatti propri da Meloni, Le Pen, Orban, etc., sono già obsolete. Di più: i due sono capitalisti che hanno fatto i soldi puntando anche sulle criptovalute, moneta sovranazionale, e questo li rende tendenzialmente antistatalisti.

 

Lo ha ben detto il filosofo Michael Walzer, punto di riferimento della sinistra americana: “Il nuovo filone di libertarismo di destra ha creato un’élite che si pone come anti-élite, certa della propria superiorità al punto di essere razzista e decisa a scardinare valori tradizionali e istituzioni, convinta che il riformismo sia troppo lento’’.

giorgia meloni giovane elogia mussolini

 

L’abilità della “Nana malefica” (copy Crosetto”) è di saper girare la frittata politica sempre a suo favore, favorita anche dal fatto che la destra è più pragmatica che colta, quindi metabolizza più in fretta della sinistra le faide ideologiche; in più è avvantaggiata da un’opposizione onanistica, evanescente, annichilita dalla sconfitta. Concentrata a guardarsi l’ombelico cercando qualcuno con cui prendersela per aver perso la bussola del consenso di massa, nessun avversario sta cercando di costruire un’alternativa politica vera al melonismo.

meloni fasciata in un costrume tricolore

 

La presa coscienza di questo stato di cose ha permesso a Giorgia Meloni di cambiare spartito senza cambiare il partito, passare da Tolkien a Musk, abbandonando gli inutili rimasugli del fascismo, a cui l’opposizione si attacca immancabilmente per sputtanarla, per salire sulla tavola da surf e cavalcare l’onda della tecnodestra americana.

 

Meloni, Shoah tragedia ad opera nazisti con fascisti complici

(ANSA) – Il messaggio della premier Giorgia Meloni, in occasione del Giorno della Memoria e dell'80° anniversario della liberazione di Auschwitz.

 

"Ottant'anni fa l'orrore dello Shoah si è mostrato al mondo in tutta la sua terrificante forza. Il 27 gennaio 1945 i cancelli di Auschwitz sono stati abbattuti, e insieme ad essi è crollato anche quel muro che impediva di vedere chiaramente l'abominio del piano nazista di persecuzione e di sterminio del popolo ebraico.

 

GIORGIA MELONI E L ANTIFASCISMO - VIGNETTA BY MANNELLI PER IL FATTO QUOTIDIANO

Uomini, donne, bambini e anziani strappati dalle loro case, costretti a lasciare tutto, portati nei campi di sterminio e uccisi solo perché di religione ebraica. Un piano la cui premeditata ferocia fa della Shoah una tragedia che non ha paragoni nella storia.

 

Un piano, quello condotto dal regime hitleriano, che in Italia trovò anche la complicità di quello fascista, attraverso l'infamia delle leggi razziali e il coinvolgimento nei rastrellamenti e nelle deportazioni".

 

CARLO VERDELLI SU X: Giorgia Meloni ha detto una cosa nel Giorno della Memoria: “Shoah, una tragedia opera di nazisti CON COMPLICITÀ FASCISTA”. Per coerenza, diventa ancora più necessario che proprio Lei tolga ogni traccia complice di fascismo dal simbolo e dal cuore del suo partito. Non più fiamma.

L ABIURA DEL FASCISMO DI GIORGIA MELONI BY ELLEKAPPA FASCIO TUTTO IO - VIGNETTA BY MACONDO

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”