giuseppe conte attilio fontana

“CHI APRE SENZA LA COPERTURA DEL DPCM SE NE ASSUMERÀ LA RESPONSABILITÀ” – CONTE E BOCCIA POTREBBERO ANDARE ALLO SCONTRO LEGALE CON FONTANA E ZAIA DOPO LE ORDINANZE REGIONALI PER LE RIAPERTURE – SE FOSSE PER IL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO DOVREMMO RIMANERE IN LOCKDOWN FINO AL VACCINO - IL PREMIER E IL MINISTRO PER GLI AFFARI REGIONALI VOLEVANO MANTENERE NORME PIÙ RIGIDE SOLO PER LOMBARDIA E PIEMONTE, MA DOPO IL RIFIUTO DI FONTANA…

 

 

Alberto Gentili per “il Messaggero”

 

giuseppe conte attilio fontana 1

Un report riservato dei tecnici guidati dal professor Brusaferro: alla luce dei dati sul contagio, scrivevano lo scorso 22 aprile i virologi di palazzo Chigi, «lo spazio di manovra sulle riaperture non è molto». «Il punto da cui si parte è che nella realtà attuale il valore di R0 è inferiore a 1», si legge nella relazione, «Rimane il fatto che alla giornata odierna persistono nuovi casi di infezione in tutto il contesto nazionale che stanno ad indicare la necessità di mantenere elevata l'attenzione».

 

francesco boccia giuseppe conte

E dunque macché ripresa delle messe (si potrà valutare, si legge, dopo il 25 maggio se riaprire anche le chiese), macché ripresa della scuola. Piuttosto, scrivono gli scienziati, bisognerebbe ipotizzare una sperimentazione di 14 giorni aprendo solo la metà delle attività lavorative, continuando a vietare aggregazioni sociali e continuando con lo smart working. Resta la raccomandazione di usare le mascherine (che pure, si avverte, non danno una protezione sicura), «mantenimento del distanziamento sociale e dell'igiene frequente delle mani e ambientale».

 

SILVIO BRUSAFERRO

Ma, soprattutto, appunto, si invita ad andarci con i piedi di piombo. Ecco perché il governo è certo che la linea della prudenza è l'unica sensata. E oggi i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia illustreranno lo studio dell'Iss. Ed ecco perché Giuseppe Conte è rimasto sorpreso e amareggiato per all'offensiva dei governatori del Nord. «Abbiamo fatto tutto il possibile per dare e cercare ascolto e avere collaborazione, tant'è che abbiamo scritto il Dpcm dopo un incontro con loro», è lo sfogo del premier.

 

conte speranza

C'è però di più. C'è che dal governo filtra che se domenica non è stato deciso un allentamento più ampio del lockdown, è perché Conte e il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia hanno voluto evitare di andare allo scontro con le Regioni del Nord. Appeasement suggerito dal Quirinale.

matteo salvini attilio fontana

 

Ma l'irritazione monta: «Siamo davanti a delle operazioni irresponsabili», spiega una fonte qualificata del governo, «chi apre alcune attività senza la copertura del Dpcm, se ne assumerà la responsabilità di fronte ai cittadini. E non sarà una responsabilità solo sanitaria, ma anche penale, civile ed economica». In poche parole: «Chi sbaglia paga».

beppe sala giuseppe conte

 

Diversi ministri fanno poi sapere che l'intenzione era di allentare di più le misure di quanto poi fatto domenica sera nel Dpcm, spingendo però Lombardia e Piemonte (dove i dati dell'epidemia sono tutt'altro che rassicuranti) a mantenere le norme più rigide. Ma di fronte al niet di Attilio Fontana, il premier ha deciso di mantenere la stretta su tutto il territorio nazionale «per scongiurare il rischio di un riesplodere dei contagi», spiegano a palazzo Chigi.

ZAIA E ATTILIO FONTANA

 

Il governo si interroga in queste ore se andare allo scontro legale con i governatori ribelli: «In teoria quelle ordinanze sono impugnabili», dicono nell'entourage di Conte. E al ministero degli Affari regionali spiegano: «Le Regioni possono solo restringere le misure restrittive, non mitigarle, dunque non sono ammissibili le ordinanze che non rientrano nei parametri fissati dal Dpcm».

giuseppe conte attilio fontana

 

Ma impugnare le ordinanze adesso significherebbe arrivare troppo tardi. A babbo morto. «Per questo siamo cauti, ma stiamo valutando ogni ordinanza per poi decidere come procedere, i tempi», prima del 4 maggio, «sono però talmente stretti che impugnarle rischia di essere inutile», spiega un'altra fonte autorevole che segue il dossier. E aggiunge: «E' però semplicemente folle che siano le Regioni del Nord, a maggior rischio di ritorno del contagio, ad affannarsi a dimostrare che sono le prime ad allentare la stretta con le ordinanze. Se l'avessero fatto la Basilicata o la Sardegna con qualche cautela l'avremmo capito, ma proprio quelle del Nord no. Ciò che fai oggi di sbagliato ne paghi le conseguenze tra un mese».

ANGELO BORRELLI ROBERTO SPERANZA GIUSEPPE CONTE

Per il governo, Fontana & C. si sono gettati in un'operazione di «pura propaganda». E anche un modo furbesco: «Hanno anticipato, con le loro ordinanze creative, ciò che il governo ha deciso di fare dal 4 maggio, come il take-away dai ristoranti, per cercare una popolarità effimera».

zaia fontanaSperanza e Conte

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…