riccardo fraccaro

“NEL 2001 HO VOTATO BERLUSCONI” – IL MINISTRO PER LA DEMOCRAZIA DIRETTA RICCARDO FRACCARO: “DELUSISSIMO, SONO PASSATO A SINISTRA. I MIEI AMICI TRENTINI MI DAVANO DEL LEGHISTA, QUANDO TORNAVO A CASA IN VENETO MI ETICHETTAVANO COME COMUNISTA” – APPASSIONATO DI SURF ED EX PIZZAIOLO, ALLE PARLAMENTARIE DEL 2013 PRESE 40 VOTI E SBARCÒ IN PARLAMENTO – CONTE? “HA AUTOREVOLEZZA E CAPACITÀ DI LEADERSHIP. DI MAIO HA FATTO UN…”

Vittorio Zincone per “Corriere della Sera – Sette

 

riccardo fraccaro luigi di maio 8

La macchina si inceppa. Non scatta. E allora il fotografo chiede al ministro di risalire sul tram e di scendere di nuovo. Lui acconsente, con cortesia. Clic. è a disagio di fronte al teleobiettivo. Bisbiglia, sorridendo: «Sapete che cosa succederà? Qualche passeggero che ha filmato la scena, la manderà a un quotidiano che la metterà online titolando “Il ministro fa finta di utilizzare i mezzi pubblici”. Voi venite con me in tribunale per testimoniare che li prendo davvero, giusto?».

 

Doppio Binario su rotaia romana con Riccardo Fraccaro, 37 anni, neo ministro pentastellato per i Rapporti con il Parlamento e per la Democrazia Diretta. Senza portafogli né scorta.

 

Lui e Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, sono stati soprannominati i Dioscuri di Luigi Di Maio. Fraccaro, laurea in Legge, ex pizzaiolo e surfista (avete letto bene, surfista!), è un vero fedele alla linea. È nel Movimento Cinque Stelle da otto anni ed è al secondo mandato a Montecitorio.

riccardo fraccaro 9

 

Durante il primo è finito sui giornali per la lotta contro l’immobiliarista Sergio Scarpellini (gran visir dei palazzi parlamentari) e per aver battibeccato ruvidamente in Aula con i deputati del Pd.

 

Li definì «onorevoli deputati ai loro affari privati». Glielo ricordo. Esclama: «Qualche affarino lo facevano, eh». Faccio notare che ora lui è ministro di tutti gli italiani e che certe affermazioni sugli esponenti dell’attuale opposizione risultano stonate.

 

riccardo fraccaro 6

Dice: «Ha ragione, devo cambiare atteggiamento. Voglio solo chiarire che quando dissi che erano “ladri” mi riferivo al fatto che pur essendoci stato un referendum che abrogava i finanziamenti ai partiti, i partiti continuavano a percepire denari pubblici e quindi rubavano soldi agli italiani».

 

I referendum sono l’architrave della democrazia diretta fraccariana: il ministro vorrebbe vendicare quelli traditi (sull’acqua pubblica), potenziare quelli propositivi e togliere il quorum a quelli abrogativi. Fraccaro è inscalfibile nelle convinzioni grilline e, come molti suoi colleghi, di fronte allo scetticismo anti M5S aziona il pilota automatico. Lo provoco.

 

riccardo fraccaro 1

Che cosa replica a chi dice che il M5S è una setta? 

«Che non è vero. Entrarci è la cosa più facile del mondo».

 

Ma non scalarne i vertici. La gestione del dissenso interno scricchiola. 

«Abbiamo avuto difficoltà, come tutti. Ma ci adattiamo, cresciamo: non siamo gli stessi di cinque anni fa, per fortuna». 

 

Il premier Giuseppe Conte è stato soprannominato Re Travicello, perché in balia di Luigi Di Maio e di Matteo Salvini, gli azionisti di maggioranza del governo. 

«Conte ha autorevolezza, competenza e capacità di leadership. Il Paese ha trovato il suo avvocato difensore. Con lui vedremo soddisfatte le istanze dei cittadini».

 

Lo dice con la convinzione di chi ritiene che in fondo il presidente del Consiglio oggi debba essere sostanzialmente uno strumento per eseguire il contratto giallo-verde. Ci avviciniamo a piedi alla fermata del tram di Largo Enrico Berlinguer. Dobbiamo prendere l’8, che porta a Trastevere. Fraccaro confessa: «A volte vado a casa anche in taxi, eh». Un passante urla: «Non mollate».

 

riccardo fraccaro danilo toninelli 4

Le vecchie categorie della politica (destra, sinistra, cattolici democratici, liberali) di fronte a un Cinque Stelle come Fraccaro si intrecciano e si confondono. Lui dice di aver sempre sognato di «prendere parte a una rivoluzione». 

 

Un sogno ardito. Da ragazzo faceva politica? 

«No. Sa quei sogni che si hanno da piccoli, leggendo libri, storie…». 

 

Che libri leggeva da ragazzo? 

«Ce ne sono due che mi hanno toccato più degli altri. Uno letto da bambino e l’altro più avanti». 

 

Quello da bambino. 

«La storia fantastica di William Goldman». 

 

riccardo fraccaro e roberto fico

Un’epopea romantica. Quello da adulto? 

«Il Tao della fisica di Fritjof Capra. Relatività e misticismo in un connubio perfetto». 

 

Lei è cattolico, credente, praticante? 

«Ho un forte senso spirituale». 

 

È sposato?

«No. La mia compagna, Francesca, è incinta della nostra seconda figlia, che arriverà in agosto e si chiamerà Celeste. La prima, Beatrice, ha due anni. Se non finiamo tardi l’intervista riesco a darle la buonanotte». 

 

Che cosa pensa delle famiglie arcobaleno? 

«Ciò che tiene unita una famiglia è l’amore, non l’orientamento sessuale». 

 

riccardo fraccaro giulia grillo 2

Il leghista Lorenzo Fontana, che siederà accanto a Fraccaro in Consiglio dei ministri, invece sostiene che le famiglie arcobaleno non esistano. Domando: la preoccupa il fatto che Matteo Salvini, uomo delle ruspe e ministro dell’Interno, sull’immigrazione abbia posizioni da destra sovranista? Replica: «Mi preoccuperebbe se non riuscissimo a risolvere il problema dell’immigrazione».

 

Fraccaro è un veneto trapiantato a Trento e catapultato nella Capitale. Mentre chiacchieriamo mi dice che quando frequentava l’Università i suoi amici trentini lo consideravano leghista, mentre quando tornava a casa dai genitori, i veneti lo etichettavano come comunista: «Perché parlavo di redistribuzione della ricchezza».

 

Il suo primo voto alle Politiche? 

«Nel 2001. Forza Italia. Delusissimo sono passato a sinistra…». 

 

Nel 2006…

«Rosa nel Pugno. Poi ho trovato il mio spazio politico nel Movimento Cinque Stelle». 

riccardo fraccaro luigi di maio 7

 

Racconti. 

«Seguivo il blog di Beppe Grillo e lui nel 2010 lanciò la Woodstock a Cinque Stelle».

 

A Cesena. 

«Ci andai con Francesca. La musica, gli interventi di personaggi internazionali e una varietà di persone meravigliosa: dalla famiglia borghese al punkabbestia, tutti uniti da nuove idee per una buona amministrazione. Tornato a Trento, dove studiavo Legge all’Università, decisi di aprire un meet up».

 

Come si apre un meet up? 

RICCARDO FRACCARO - LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - STEFANO BUFFAGNI - ALFONSO BONAFEDE - PIETRO DETTORI - ALESSANDRO DI BATTISTA

«Ci si iscrive alla piattaforma online. Io ero titubante, poi come sempre nella mia vita, Francesca mi ha dato il coraggio di fare l’ultimo passo». 

 

Tre anni dopo era seduto su uno scranno di Montecitorio. Che lavoro faceva prima entrare in Parlamento? 

«Lavoravo in una società di servizi energetici. Mi occupavo della parte legale: bandi di gara, contratti… Prima mi sono pagato gli studi facendo il pizzaiolo».

 

Saprebbe ancora fare una pizza? 

«Assolutamente sì, sono un grande pizzaiolo». 

 

Quanti voti prese alle parlamentarie del M5S nel 2013? 

«Una quarantina. Ma quelli erano i voti per stabilire chi era in lista e in quale posizione. Alle politiche ne presi migliaia. Nel video di presentazione per la mia candidatura mostrai un impianto per l’energia pulita costruito da mio padre con materiali di recupero».

 

DI MAIO FRACCARO

Che mestiere fa, o faceva, suo padre? 

«Era idraulico. Un po’ artista. Nella nostra casa di Riese Pio X, la cittadina veneta dove sono cresciuto, abbiamo molti pezzi d’arredamento in ferro costruiti da lui. La mia famiglia paterna originariamente era abbastanza benestante. Poi mia nonna perse tutto a causa del fallimento di una banca».

 

Seduto nello scompartimento semivuoto del tram Fraccaro scherza sull’intreccio tra la linea politica del M5S e della Lega in difesa dei «truffati dalle banche» e la sua storia familiare. Chiede: «Posso dire una cosa anche su mia madre, che altrimenti ci rimane male? Lei faceva l’insegnante ed era abbastanza esigente con me». 

 

Fraccaro, giovanissimo secchione? 

«Sempre tra i primi tre della classe. Ho avuto un’infanzia bella, tipica dei paesini della Pianura Padana, dove tutti si conoscono e dove si fanno amicizie che durano una vita». 

 

Frequenta ancora i vecchi amici di Riese Pio X?

rocco casalino beppe grillo

«Certo. Abbiamo una chat. Mi sfottono parecchio. Con affetto». 

 

Sfottò. Lei come assorbe le prese in giro? 

«Dipende». 

 

I giornalisti del Foglio l’hanno ribattezzata Fraccaro da Velletri… Giocando sul detto romanesco «E chi sei, Fraccaz… da Velletri?». 

«Ahah. Questa mi fa ridere». 

 

Lei era adolescente negli anni Novanta. Miti giovanili?

«Non ne avevo».

 

Che musica ascoltava? 

«Gli Smashing Pumpkins, i Pearl Jam. Eddie Vedder è uno dei miei cantanti preferiti». 

 

salvini di maio

Temo che lei sia il primo ministro grunge della storia repubblicana. Sport? 

«Ho una passione che potrei classificare come “malattia”… il surf». 

 

Quando ha cominciato a surfare?

«Durante l’Erasmus. A San Sebastian in Spagna».

 

L’onda più alta che ha cavalcato? 

«In Costa Rica l’anno scorso. Sono abbastanza spericolato, era alta circa tre metri».

RICCARDO FRACCARO SI PULISCE

Scendiamo dal tram e camminiamo nel cuore di Trastevere. Sul marciapiede ogni tanto incontriamo cumuli di cartoni abbandonati. Le strade sono abbastanza sporche. Visto che Fraccaro, insieme con Bonafede, in passato si è occupato di monitorare e di aiutare gli amministratori dei Comuni a Cinque Stelle, gli chiedo quanta pazienza debbano avere ancora i cittadini romani prima di vedere qualche risultato tangibile da parte della giunta Raggi.

 

CONTE SALVINI DI MAIO

Lui prima dice che Roma è una città complessa e poi spiega: «Alle operazioni di facciata, subito visibili, i nostri sindaci hanno sempre preferito programmi che durino nel tempo».

 

Torniamo sul governo e la maggioranza giallo-verde. 

Qual è il primo provvedimento che vorreste portare a buon fine?

«L’eliminazione dei vitalizi». 

 

Un risparmio di pochi spicci rispetto ai fantastilioni necessari per finanziare il reddito di cittadinanza e la Flat Tax. Quello sui vitalizi è un provvedimento simbolico. 

WEEKEND CON IL MORTO CASALINO CONTE DI MAIO

«Contesto questa definizione. Eliminare i vitalizi vuol dire mettere una pietra miliare nel modo di fare politica comunicando ai cittadini che i loro rappresentanti non staranno più in Parlamento solo per curare i propri privilegi».

 

Le faccio un elenco di nomi: Gaetano Gifuni, Sergio Mattarella, Giuliano Ferrara, Maria Elena Boschi… 

«Tutti ex ministri dei Rapporti con il Parlamento. Dopo il giuramento al Quirinale ho avuto un colloquio privato con il presidente Mattarella. Mi ha raccontato la sua bella esperienza nel mio ministero tra il 1987 e il 1989». 

 

Il M5S pochi giorni prima di quel giuramento aveva chiesto l’impeachment di Mattarella.

«Il passo indietro rispetto all’impeachment e la riapertura del dialogo con la Lega sono stati un capolavoro politico di Di Maio». 

 

Ventilare l’impeachment è stato un azzardo pericoloso e irrispettoso.

«Una forzatura, certo. Senza la quale non so se oggi avremmo avuto un governo».

 

Lei quando ha conosciuto Luigi Di Maio?

«Nel 2013 a Roma. Nell’ufficio di Presidenza della Camera». 

 

PIPPO CIVATI RICCARDO FRACCARO SI PULISCE

E Beppe Grillo? 

«Sempre nel 2013, qualche giorno prima, insieme con gli altri parlamentari». 

 

Aveva un buon rapporto con Gianroberto Casaleggio? 

«Non lo conoscevo bene quanto avrei voluto. Era un uomo di una cultura incredibile. Tendeva a metterti un po’ in soggezione». 

 

Come? 

LUIGI DI MAIO E LA PIZZA

«Mentre parlavi ti fissava negli occhi restando in silenzio, e ascoltava. Anche Davide fa un po’ così». 

 

Fraccaro, lo sa che lei invece, mentre rispondeva alle mie domande, ha guardato quasi sempre per terra?

«Quando penso mi capita di guardare in basso. Ho dovuto rispondere da ministro, eh».

 

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?