GRAZIE A DIO FINISCE! SI CHIUDE UNA LEGISLATURA DI MERDA: I PARLAMENTARI HANNO LAVORATO UN GIORNO SU DUE E SI SONO PURE PRESI 39 GIORNI DI FERIE – ALLA CAMERA UN DEPUTATO SU 3 HA CAMBIATO PARROCCHIA; AL SENATO, QUASI UNO SU DUE – E NESSUNO DEI 3 PREMIER CHE SI SONO ALTERNATI A PALAZZO CHIGIA VEVA AVUTO UN MANDATO POPOLARE – ERA LA LEGISLATURA N. 17…

 

Salvatore Dama per Libero Quotidiano

aula montecitorio

 

 Finisce la peggiore legislatura della storia. La numero 17 che, coerentemente con la Smorfia napoletana, è stata davvero una disgrazia. Il Parlamento eletto nel 2013 si congeda con un serie di primati imbarazzanti. Il record dei cambi casacca (546), il record di voltagabbana (345), il record dei parlamentari che hanno maturato il diritto al vitalizio (558). E ancora: il record di giorni di vacanza (39, nell' estate 2017), il record dei voti di fiducia (107). E, se infine si aggiunge che nessuno dei tre governi succedutisi a Palazzo Chigi era espressione del voto popolare, il quadro è completo. E desolante.

commessi montecitorio1

 

Domani pomeriggio cala il sipario. Da prassi, il capo dello Stato sentirà i presidenti di Camera e Senato e poi decreterà lo scioglimento. C' è chi sta facendo pressione sul Quirinale perché rinvii la conclusione della legislatura fino all' approvazione della legge sulla cittadinanza. Ma Sergio Mattarella ha visto quello che è successo il 23 dicembre. Sullo ius soli al Senato è mancato il numero legale. Sul provvedimento non c' è maggioranza. E al Colle preferiscono mettere al riparo l' istituzione da un' ultima brutta figura.

 

Tutti a casa. Sì, ma quale casa? Sono stati 546 i cambi di gruppo parlamentare dall' inizio della legislatura. Una transumanza continua, al ritmo di 9,5 al mese. I voltagabbana sono stati 345. Alla Camera un deputato su tre ha cambiato parrocchia. Al Senato, addirittura, quasi uno su due. C' è chi ha modificato 9 volte la propria appartenenza. E sono numeri inediti, in passato non c' era mai stata una roba del genere.

salvini allontanato da Montecitorio

 

L' implosione del Popolo delle libertà, quella dei montiani, l' ascesa e la caduta renziana, le scissioni nel Pd. La nascita di micro-gruppi e nano-componenti. Tutte operazioni politiche in provetta. Che non sono uscite e non usciranno dal Palazzo. Alla fine della giostra, i partiti che si presentano alle elezioni sono più o meno gli stessi dell' altra volta. Mentre la pletora di voltagabbana finirà per pagare il prezzo del proprio nomadismo. Restando senza seggio. Ma non senza vitalizio.

grillo montecitorio4

 

Grande ammuina è stata fatta intorno alla cancellazione della pensione per i parlamentari. Pd e Cinquestelle si sono sfidati sulla primogenitura della sforbiciata. Che non c' è stata. Così, lo scorso settembre, 558 eletti hanno maturato il diritto. Altro record. Il vitalizio scatterà dal 65esimo anno di età. E sarà calcolato col metodo contributivo. I grillini hanno chiesto ufficialmente di essere esclusi dal beneficio. Ma non si può fare. Al massimo potranno darla in beneficienza.

 

gentiloni montecitorio

I pentastellati non hanno rinunciato, invece, alla pausa estiva. Che è toccata a tutti i parlamentari di ogni schieramento. Quella del 2017 è stata da guinness: 39 giorni, dal 3 agosto al 12 settembre. Non che si siano ammazzati di lavoro, nelle altre stagioni. In cinque anni Senato e Camera hanno avuto rispettivamente 922 e 904 sedute, una media di 16 al mese.

 

FIDUCIA RENZI ALLA CAMERA FOTO LAPRESSE

La bassa produttività, va detto, non è sempre colpa dei parlamentari. Anzi. Il governo ci mette il suo, abusando di questioni di fiducia. E lì è solo prendere o lasciare, non c' è da esaminare questo o quel provvedimento. I numeri di questa legislatura sono drammatici anche sotto questo aspetto. Il governo Gentiloni, in difficoltà con i numeri di una maggioranza ballerina, ha posto la fiducia 31 volte, per una media di 2,58 al mese (dati Openpolis). L' esecutivo di Enrico Letta lo aveva fatto 10 volte, quello di Matteo Renzi 66 volte. Il che significa che il 30,23 per cento delle 354 leggi pubblicate in Gazzetta Ufficiale ha avuto bisogno di almeno un voto di fiducia.

 

ENRICO LETTA E ALFANO NEL GIORNO DELLA FIDUCIA AL GOVERNO FOTO LAPRESSE

Tradotto: in un caso su tre i parlamentari non hanno potuto fare quello per cui sono pagati, mettere il naso nel processo legislativo. L' aggravante? Nessuno dei premier, i tre che si sono alternati in questa legislatura, aveva un mandato popolare. Enrico Letta era stato incaricato da Giorgio Napolitano facendo leva sui voti di Silvio Berlusconi al Senato.

 

Matteo Renzi ha fatto il premier grazie al sostegno degli scissionisti alfaniani (eletti col centrodestra). Paolo Gentiloni ha traghettato la legislatura al suo compimento dopo il fallimento del referendum costituzionale. Nessuno di questi si era presentato alle elezioni chiedendo agli elettori una maggioranza per governare.

Sergio Mattarella a colloquio con il presidente emerito Giorgio Napolitano

 

Vero: nelle urne scegliamo il Parlamento, non il governo. Così dice la Costituzione. Ma quando l' elettore ha votato un parlamentare di un partito che finisce per sostenere il governo della parte opposta, ha diritto di incazzarsi almeno un po'. E di accompagnare il sipario su questi cinque bruttissimi anni di politica con una bella scarica di fischi.

Ultimi Dagoreport

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)