cena elettorale per luca palamara

SI SCRIVE PALAMARA, SI LEGGE CENTRODESTRA - ALLA CENA ELETTORALE PER L'EX PM, CANDIDATO ALLE SUPPLETIVE NEL COLLEGIO DI PRIMAVALLE A ROMA, C'ERANO UN EX DI CASAPOUND PASSATO ALLA LEGA, UNA CANDIDATA DI FRATELLI D'ITALIA, PALAZZINARI, IL SEGRETARIO DEL SINDACATO DI POLIZIA SIULP, IL PRESIDENTE DI UN’ASSOCIAZIONE CHE RIUNISCE I CALABRESI NEL MONDO, L'EX CALCIATORE DELLA ROMA SEBINO NELA E IL PADRE DELLA CANTANTE GIORGIA TODRANI - UNA SERATA CAFONAL ANNI NOVANTA: SIGNORE COL COLLANT DI PIZZO BRILLANTINATO E MUSICA DA PIANOBAR…

Luisa Monforte per https://www.ilfattoquotidiano.it

 

LUCA PALAMARA

Bisogna lasciarsi dietro la città con i suoi palazzi storici e le vetrine sfavillanti del centro storico. Andar su per una strada stretta, poco illuminata e dove se non parcheggi rasente al muro “poi il bus non passa”, grida il parcheggiatore. Pettorina arancione, fischietto al collo: i posteggiatori sono due alle 20:30 di giovedì 9 settembre in via di Palmarola. Per cenare a La Locanda del Gatto nero c’è la fila.

 

Nei palazzi dei dintorni le finestre sono chiuse o spente. Risaltano meglio così, sul buio di una sera di fine estate, le lampadine gialle e blu dell’insegna. C’è ancora caldo, ma è tempo di coprire le spalle. L’atmosfera sembra quella di certi film ambientati a Roma negli anni Novanta: in realtà è semplicemente la scenografia scelta dalla borghesia romana per una cena elettorale.

 

luca palamara giuseppe rossodivita edoardo sylos labini foto di bacco

Tra una ventina di giorni si vota nella Capitale, e non solo per il sindaco. In ballo, con le suppletive, c’è un seggio al Parlamento. Luca Palamara lo sa. Si è candidato e ora chiama gli amici: si va a cena in periferia. All’ingresso del locale le automobili transitano a passo d’uomo, qualcuno fuma una sigaretta sulla soglia, le signore imbracciano Louis Vuitton.

 

Gli uomini si dividono tra chi sta in completo classico e chi si è presentato in jeans e camicia. Per le donne si va dal nero lungo con spacco, filo d’oro e tacco a spillo, al più kitsch collant di pizzo brillantinato, plateau imponente, top bianco aderente. I giovani stanno in maglietta e calzoncini. Sono figli, nipoti, quelli che se fossimo nei film anni ’90 stavano a sbuffare e lamentarsi. Lo fanno pure ora, ma oggi un po’ meno perché sono tutti muniti di cellulare.

 

Palamara arriva in auto. L’autista fa una veloce sosta. Lui scende, accompagnato dalla moglie, Giovanna Remigi. In men che non si dica spunta l’assistente alla comunicazione, Monica Macchioni.

 

luca palamara foto di bacco (2)

È lei la “dea” ex machina della serata. Gestisce relazioni, controlla presenze. Impossibile non notarla nella folla con i capelli fucsia e l’abito verde acqua. Sta in disparte, ma c’è, anche Adele Attisani, amica di Palamara e finita con lui a processo: per la procura di Perugia è lei “l’istigatrice delle condotte delittuose e beneficiaria, in parte, delle utilità ricevute” dall’ex pm di Roma da parte dell’imprenditore Fabrizio Centofanti. Lui, il candidato, ha scelto un outfit sobrio: camicia bianca, calzoni grigio antracite. Sulla porta stringe mani, abbraccia persone.

 

Le mascherine sui volti cascano facilmente, al gruppo di ospiti che entrano con noi nessuno chiede il green pass. Il proprietario del locale, però, giacca gessata e cartelletta alla mano, a un certo punto sbotta: “Signori, dovete entra’, nun se po’ fa qua fuori ‘st’assembramento”, urla.

 

sebino nela foto di bacco (2)

L’uomo scarabocchia qualcosa su un foglio, controlla una prenotazione. “Basta, non c’è più posto! Non entra più nessuno”, grida ancora. “Ma questo è mio fratello”, protesta Palamara. Entra così l’ultimo avventore. Altri se ne tornano indietro, ma sembra sia prevista una replica della cena per sabato 11 settembre.

 

Secondo i camerieri nelle due sale della locanda dedicate all’evento c’è il doppio della gente attesa: duecento persone invece che cento. C’è un tavolo, però, che è più importante di tutti. A chi chiede del bagno, i camerieri rispondono: “Dopo il tavolo imperiale a destra”. Lì siede il celebre Sebino Nela, ex calciatore. Ma anche Bruno, che si presenta come costruttore vicino ai Cavalieri di San Silvestro Papa e rimpiange quei tempi in cui “se ne facevano tante di queste cene, ora non c’è più niente”. Nela, invece, è insofferente. Si alza, va fuori a fumare.

 

sebino nela foto di bacco

“C’è troppa gente e ancora non si mangia”, dice lo sportivo a un accompagnatore. Sembra se ne voglia andare, ma poi rientra. Già accomodato c’è anche il segretario del sindacato di polizia Siulp, Maurizio Germanò, l’avvocato Ivan Marrapodi, il presidente di un’associazione che riunisce i calabresi nel mondo. Tra gli altri sulla strada spunta anche Simone Montagna: la sua foto è finita sui giornali di recente, ha lasciato Casapound per candidarsi nelle fila della Lega del Municipio XIII.

 

Tra i candidati leghisti del Municipio XIV c’è Mauro Ferri e a un certo punto, sulla porta, risuona il nome di Barbara Gamberini: qualcuno la chiama. Lei risponde. C’è una candidata di FdI nel Municipio XIV che porta questo nome. Il resto sono imprenditori, avvocati, ingegneri. “Molti costruttori”, racconta Bruno mentre fuma fuori dal locale. “Ao’, t’ho detto che devi sta’ dentro e seduto”, gli intima il proprietario. Lui spegne in fretta la sigaretta e rientra. Qui le maniere sono pratiche e sbrigative, non come in certi salotti del centro.

 

CENA ELETTORALE PER LUCA PALAMARA

Alle 22, finalmente, sono tutti seduti. Il proprietario si guarda attorno soddisfatto. Sui tavoli arriva il vino, una Falanghina campana. Poco dopo la cena. Il menu non tradisce l’atmosfera retrò: insalata di polipi e calamari, salmone, patè di tonno e burrata, risotto alla pescatora, cavatelli all’astice, scampi, sfoglie di patate, sorbetto al limone, tiramisù. La colonna sonora ricorda il pianobar ma in versione 4.0. Il pianoforte non c’è, la musica è un soundtrack su chiavetta, la voce quella di un cantante in carne e ossa.

 

CENA ELETTORALE PER LUCA PALAMARA

Si va da Il Carrozzone di Renato Zero alla Maledetta Primavera di Loretta Goggi, e passando per Ricordati di me di Antonello Venditti si arriva a La mia libertà di Franco Califano. “Chi mi vuole prigioniero non lo sa che non c’è muro che mi stacchi dalla libertà”, risuona dalle casse. E vengono in mente le immagini del celebre Romanzo criminale, mentre Palamara tra gli applausi e le grida (“Lu-ca, Lu-ca”) sancisce il suo impegno: “Mi candido per portare all’attenzione di tutti il tema della giustizia che spesso si trasforma in ingiustizia”.

 

Il momento musicale più alto e più vintage lo offre però Giulio Todrani, 78enne padre della più famosa Giorgia. Intona My Way di Frank Sinatra. “La voglio dedicare a Luca”, spiega. E a Luca Palamara e al suo libro è dedicato pure lo spettacolo teatrale che pubblicizza un uomo tra i tavoli: “Vi aspetto alla Sala Umberto dal 25 al 29 settembre”.

 

VELA PUBBLICITARIA DI LUCA PALAMARA A ROMA

Palamara prende la parola intorno alla mezzanotte. È l’ora di dir qualcosa. “Parliamo a tutti, non guardiamo né a destra né a sinistra”, dice Palamara. Lo aveva ribadito anche qualche minuto prima a un tavolo. Qualcuno lo aveva avvisato, a metà della cena, che in sala c’erano dei giornalisti. Lui così si è fatto avanti e a chi gli hanno fatto notare che c’erano molti esponenti di destra tra i tavoli, ha risposto scherzando: “C’è anche la sinistra ma sta nascosta”.

 

Con i giornalisti ha parlato dei problemi del territorio, dagli ascensori che non ci sono a Corviale, alle case popolari di Primavalle. “Sto girando tutto il giorno per i quartieri”, ha tenuto a sottolineare. Ma i cronisti insistono: chiedono del ritiro dell’ex ministra alla difesa, Elisabetta Trenta.

 

L’ex grillina ha fatto sapere di non aver raggiunto le 300 firme necessarie alla sua candidatura. Palamara conferma: “Le avevo detto che in estate la gente sta al mare, doveva andare a Ladispoli a raccogliere le firme”. Difficile credere che un’ex ministra non abbia trenta amici che raccolgano per lei dieci firme ciascuno. Palamara, però, assicura: “Mi è dispiaciuto”.

luca palamara picconato da cossiga nel 2008

Ultimi Dagoreport

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…