scheda referendum renzi boschi

'UNO SCIAME SUL REFERENDUM': L'IPOTESI DI UN RINVIO È SEMPRE PIÙ CONCRETA: LE PAROLE DI CASTAGNETTI, GRANDE AMICO DI MATTARELLA, SEGNALANO IL VIA LIBERA DEL QUIRINALE - STEFANO FOLLI: LE ISTITUZIONI SONDANO IL TERRENO PER LO SPOSTAMENTO, SOPRATTUTTO CON L'OPPOSIZIONE - SE NON È IL SISMA, SARÀ IL RICORSO DI ONIDA. L'EX PRESIDENTE DELLA CONSULTA HA IMPUGNATO PER INCOSTITUZIONALITÀ NON IL QUESITO RENZIANO, MA PROPRIO LA LEGGE DEL 1970 CHE ISTITUISCE I REFERENDUM

 

 

1. UNO SCIAME SUL REFERENDUM

Stefano Folli per ''la Repubblica''

renzi a piazza del popolo manifestazione pd referendumrenzi a piazza del popolo manifestazione pd referendum

 

Sullo sfondo della tragedia che ha colpito le popolazioni dell' Appennino, si sono infittite per almeno 24 ore le voci che ipotizzano un rinvio del referendum: dal 4 dicembre alla fine dell' inverno, verso quella primavera che in Italia è da sempre la stagione propizia per votare.

 

Questo consentirebbe alle pubbliche autorità di concentrarsi sull' emergenza in atto - e che nessuno è in grado di prevedere quando finirà - , mettendo tra parentesi la grande distrazione collettiva rappresentata da una scadenza peraltro imposta dalla Costituzione. Scadenza che dalla metà di maggio sta monopolizzando il dibattito pubblico fin quasi a paralizzarlo, soprattutto a causa dell' instancabile protagonismo del presidente del Consiglio.

 

maria elena boschi gianni cuperlo selfiemaria elena boschi gianni cuperlo selfie

Ieri sera il premier ha tagliato corto, smentendo l' ipotesi in modo netto. E ha fatto bene perché si stava creando quella tipica zona grigia in cui il verosimile tende a diventare vero. Peraltro l' operazione era tutt' altro che campata in aria. Lo dimostrano due indizi ben precisi. Il primo è il richiamo dello stesso Renzi alla responsabilità nazionale dopo il nuovo terremoto. Richiamo rivolto alle opposizioni, è ovvio, affinché abbassino il tono delle polemiche quotidiane e s' impegnino a creare un clima di maggiore collaborazione in Parlamento e nel paese.

 

Sono parole abbastanza inusuali sulla bocca del premier, uomo che d' istinto tende a dividere più che a unire, ma non sono cadute nel vuoto. Se si tratta di intervenire per agevolare le misure di soccorso e predisporre la ricostruzione, persino Grillo ha dichiarato un certo grado di disponibilità. Lo stesso hanno fatto gli esponenti di Forza Italia, da Brunetta a Gasparri. Ma è solo questo che interessa a Renzi? Ridurre le polemiche per semplificare gli aiuti agli sfollati?

maria elena boschi referendum costituzionalemaria elena boschi referendum costituzionale

 

Molti, magari a torto e con una punta di malizia, vedono nell' uscita del premier un tentativo legittimo di servirsi del clima di unità per disinnescare le tensioni referendarie a tutto vantaggio del "Sì". È noto, del resto, che le calamità naturali tendono a riunire il paese dietro chi governa, purché questi dimostri efficienza e serietà nell' azione di soccorso.

 

E stavolta, a differenza del 1980 in Irpinia, il vertice istituzionale ha dato pieno sostegno all' esecutivo. Mattarella ha insistito sulla coesione nazionale in perfetta sintonia con Renzi: l' opposto esatto di quanto avvenne 36 anni fa, quando la veemenza di Pertini di fronte alla devastazione si risolse in una delegittimazione del governo di allora, guidato da Forlani.

 

È a questo punto che si inseriscono le voci a favore del rinvio del referendum. Con una logica facile da interpretare: se l' atmosfera di solidarietà attenua i contrasti e svelenisce la campagna elettorale, è possibile fare un passo in più e rimandare la consultazione a tempi migliori.

REFERENDUM REFERENDUM

 

Ciò aiuterebbe la fase dell' emergenza e allontanerebbe anche il rischio di una vittoria del "No" in dicembre, vittoria che oggi la maggior parte dei sondaggi lascia intravedere. E il "No", pur senza i drammi che vengono evocati, comporterebbe un certo numero di conseguenze politiche e istituzionali. Non è strano che a Roma tale prospettiva produca dubbi e interrogativi. Il fatto che a sollevare la questione del rinvio sia stato Castagnetti, figura autorevole ed equilibrata della sinistra cattolica oggi nel Pd, è significativo.

 

Castagnetti ha senza dubbio agito di propria iniziativa e non è quindi appropriato ricordare in questa circostanza i rapporti di amicizia che lo legano a Mattarella. Tuttavia la sua mossa è servita a saggiare il terreno e non a caso è stata poi rilanciata dal centrista Sacconi. Troppo poco per creare una massa critica, abbastanza per alimentare qualche speculazione. Renzi, come si è detto, in apparenza ha chiuso la porta. E si capisce.

castelluccio  di norciacastelluccio di norcia

 

Se davvero il governo scegliesse la strada del rinvio, avrebbe il consenso della sua maggioranza, ma scatenerebbe una brutale reazione dei vari segmenti dell' opposizione. E c' è da credere che per lo stesso Berlusconi sarebbe impossibile spezzare una lancia in favore di Renzi, dovendo fronteggiare la ribellione di leghisti e Fratelli d' Italia.

 

 

2. REFERENDUM, RENZI ESCLUDE L' IPOTESI RINVIO

Barbara Fiammeri per ''Il Sole 24 Ore''

 

Il rinvio della data del referendum costituzionale, a seguito del terremoto che ha coinvolto le regioni dell' Italia centrale, «è una cosa che per quello che mi riguarda non esiste. Il referendum si terrà il 4 dicembre come abbiamo fissato, nessuno ci ha chiesto peraltro di fare il contrario», sentenzia Matteo Renzi che bolla come una «boutade giornalistica» l' ipotesi di uno slittamento della data del voto.

amatrice terremoto scossa 30 ottobreamatrice terremoto scossa 30 ottobre

 

 La perentorietà del premier serve a chiudere sul nascere le iniziative (a lanciare la proposta era stato Pier Luigi Castagnetti) e le polemiche (Renato Brunetta ha accusato Renzi di voler rinviare il voto «per paura» di perdere) sul possibile rinvio dopo la violenta scossa di domenica.

 

L' ipotesi dello slittamento resta però in piedi e non per il terremoto ma per il ricorso di Valerio Onida discusso dal tribunale di Milano che a giorni dovrebbe rendere nota la sua decisione. Se, infatti, dovesse accogliere la richiesta dell' ex presidente della Corte costituzionale di sollevare davanti alla Consulta l' eccezione di legittimità della legge 352 del 1970 istitutiva del referendum, laddove non prevede l' obbligo di scissione del quesito quando la riforma - come in questo caso - riguarda più temi, il rinvio sarebbe inevitabile.

La cattedrale di Norcia crollata (da Twitter) La cattedrale di Norcia crollata (da Twitter)

 

Ma il sisma è comunque destinato a incidere anche sulla campagna referendaria. Tant' è che ieri si continuava anche a vociferare di un possibile rinvio o annullamento dell' appuntamento alla Leopolda, l' evento renziano per eccellenza in programma il prossimo weekend, che nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto lanciare il rush dell' ultimo mese prima del voto. Al momento la manifestazione è confermata, ma il programma iniziale sarà radicalmente rivisto. Si punterà soprattutto sui temi della sicurezza e della prevenzione anche perché quest' anno ricorre il cinquantesimo anniversario dell' alluvione che sconvolse Firenze il 4 novembre del 1966.

 

Una sorta di gemellaggio tra gli angeli del fango che allora salvarono una parte rilevante dei tesori fiorentini e quanti oggi sono, a partire dalla Protezione civile, accanto alle popolazioni colpite dal sisma. Non è un caso che l' impegno ribadito ossessivamente dal premier oggi come il 24 agosto sia: «Ricostruiremo tutto». Insomma almeno per questa settimana il «sì» cederà il passo all' emergenza.

 

Norcia - Terremoto in Italia centraleNorcia - Terremoto in Italia centrale

In questo clima drammatico, è inevitabile che restino sullo sfondo le polemiche interne al Pd sulle possibili modifiche all' Italicum. Domani o più probabilmente giovedì, tornerà a riunirsi la commissione chiamata a mettere nero su bianco la proposta dem sulla legge elettorale. Si punta a un documento, una sorta di "memorandum" che dovrebbe comunque lasciare campo aperto a ogni ipotesi sul tema del ballottaggio, inserendo solo la necessità di garantire un premio di governabilità.

 

RENZI MATTARELLARENZI MATTARELLA

A Gianni Cuperlo, esponente della minoranza Pd all' interno della commissione, l' intervento di Renzi sabato a Piazza del Popolo non è piaciuto. Ma prima di prendere una decisione definitiva attende di capire se ci siano margini per arrivare comunque a un' intesa che gli consenta di virare sul sì.

 

Prospettiva che ormai non interessa più i bersaniani convinti di votare «no» al referendum e che il premier punti solo a dividere la minoranza. «Sta prendendo forma il piano del premier: puntare su una nuova sinistra, con Zedda, Merola, Pisapia e Cuperlo» diceva ieri un esponente vicino all' ex segretario.

 

Castagnetti e Del Rio Castagnetti e Del Rio

Intanto ieri è arrivato anche l' appello del presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, che invita a votare «senza affidarsi a slogan ma esprimendo la propria volontà in modo sensato e ragionato».

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…