È FINITA LA PACCHIA PER GLI SCROCCONI DELLO STREAMING  – NETFLIX È INTENZIONATA A BLOCCARE LA POSSIBILITÀ DI CONDIVIDERE LE PASSWORD. L’AZIENDA HA INDIVIDUATO NEL FENOMENO LA PRINCIPALE CAUSA DELLE PERDITE REGISTRATE NELL’ULTIMO ANNO, VISTO CHE OLTRE 100 MILIONI DI UTENTI DELLA PIATTAFORMA SFRUTTANO L'ABBONAMENTO DI ALTRI – GIA’ LO SCORSO APRILE ERA STATA ANNUNCIATA LA STRETTA, MA ORA, CON IL 2023, SI DOVREBBE FARE SUL SERIO…

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Arcangelo Rociola per www.lastampa.it

 

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Fine dell’era della condivisione delle password. Almeno su Netflix. L’azienda avrebbe individuato nel fenomeno la principale causa delle perdite registrate nell’ultimo anno. Oltre 100 milioni di utenti della piattaforma infatti fruirebbero del servizio tramite password condivise con altri. Un numero considerevole se si tiene conto che a oggi gli abbonati a Netflix sono 223 milioni.

 

Il giro di vite, in realtà già annunciato lo scorso aprile, potrebbe arrivare nelle prime settimane del 2023. Si comincerà dagli Stati Uniti, anticipa il Wall Street Journal che cita fonti vicine all’azienda. Ma nel quartier generale di Los Gatos ci si continua a chiedere quale sarà l’effetto sugli abbonati.

 

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Oggi rispetto a qualche anno Netflix ha concorrenti di tutto rispetto e in rapida ascesa di abbonati, tra tutti Disney+ e Prime Video. E regole più dure potrebbero tradursi in una nuova fuga di sottoscrittori del servizio dopo quella registrata agli inizi dell’anno.

 

Netflix durante i mesi della pandemia da coronavirus ha registrato una crescita senza precedenti di abbonati. Il mercato dei video in streaming è quasi raddoppiato in quel periodo, passando a livello globale dai 43 miliardi della fine del 2019 agli 81 miliardi della fine del 2021. Ma il 2022 è stato un anno nero per tutti i servizi digitali. Tv in streaming comprese. Netflix nel primo trimestre dell’anno ha registrato il primo grosso calo degli abbonamenti: 200 mila in meno solo nei primi tre mesi dell’anno. Con un titolo crollato al Nasdaq del 54% rispetto ai picchi di novembre 2021, quando ha toccato il suo massimo storico.

 

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In quelle settimane l’azienda ha cominciato a ragionare sulle contromosse. La prima fu l’introduzione di un abbonamento più contenuto nei costi: 5,50 euro al mese. Mossa indigesta al fondatore Reed Hastings, che sull’assenza della pubblicità su Netflix ha posto uno dei caposaldi della società, portandola al successo. La seconda fu proprio la necessità di fermare il fenomeno delle password condivise tra parenti, amici e conoscenti. Ma come?

 

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Le condizioni di utilizzo di Netflix in realtà prevedono da sempre che chi paga l’abbonamento debba usarlo solo per sé, senza condividere la password. Ma l’azienda non ha mai fatto controlli serrati per vedere chi rispetta i patti. Ora, per evitare la condivisione delle password, Netflix potrebbe agire sul controllo degli Id (il nome utente di chi accede) e quello degli gli indirizzi Ip, il codice numerico usato dai dispositivi che si connettono a internet. Niente di confermato al momento, ma se fosse così potrebbe essere una misura simile a quella adottata quest’anno da Dazn per gli eventi sportivi.

 

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E non è detto che Netflix sarà l’unico colosso della tv in streaming ad adottare un sistema più rigido di controllo. Anche i suoi principali concorrenti hanno registrato un calo del giro d’affari nel 2022, complice la crisi economica e l’aumento del costo della vita. Solo per Netflix la nuova politica sulle password potrebbe generare 721 milioni di ricavi in più negli Stati Uniti e in Canada. Non un granello nel fatturato della società, che nell’ultimo trimestre si è attestato a 7,9 miliardi.

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