“L’EUROPA E’ SUCCUBE DEGLI AMERICANI, ZELENSKY È UN PRODOTTO MEDIATICO E LA NATO HA MANIFESTATO UNA TENDENZA A ESPANDERSI FINO AI CONFINI DELLA RUSSIA” - FAUSTO BERTINOTTI SCATENATO: “SANREMO E’ IMPORTANTE SUL PIANO STORICO-CULTURALE: LA MIA PARTE POLITICA HA FATICATO A IMPARARLO, PERCHÉ ERAVAMO INTRISI DI CULTURA ARISTOCRATICA - IL PD È UN CORPO PRIVO DI VITA, COME SI FA A SCINDERE UNA COSA CHE NON ESISTE? SAREBBE STATA UN’OPERAZIONE CORAGGIOSA QUELLA DELL’AUTOSCIOGLIMENTO - I DIRIGENTI DELLA SINISTRA ITALIANA DOVREBBERO PASSARE LE CONSEGNE…”

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Estratto dell’articolo di Federico Novella per “La Verità”

 

fausto bertinotti giorgia meloni gianfranco fini 2006 fausto bertinotti giorgia meloni gianfranco fini 2006

Fausto Bertinotti, ex presidente della Camera e già segretario di Rifondazione Comunista: che impressione le ha fatto la standing ovation tributata a Zelensky dal Parlamento europeo?

«È stato uno spettacolo un po’ deprimente. L’Europa ha smarrito il senso di sé. Di fronte alla globalizzazione capitalistica, ha perduto quella tensione avuta nel dopoguerra tra l’appartenenza all’Alleanza atlantica e una certa vocazione all’autonomia. Dopo la colpevole invasione russa dell’Ucraina, quest’Europa ha creduto che Mosca fosse isolata, e che il mondo si identificasse nella risposta militare. Ma non è così: tanta parte del mondo la pensa diversamente, e ogni mese si aggiunge un tassello nuovo, nell’area asiatica e in quella africana».

fausto bertinotti fausto bertinotti

 

Dunque l’Europa non è autonoma?

«È succube della Nato e della guida americana. Anche questa enfatizzazione di Zelensky la trovo contraddittoria, rispetto a un’istanza di trattativa per la pace che dovrebbe essere il motore dell’iniziativa europea. Insomma, io capisco il tributo di solidarietà a Zelensky: ma questa solidarietà non può trasformarsi in miopia politica. Cioè nell’incapacità di capire che l’unica soluzione possibile in questa contesa è la pace […]».

 

Però ammetterà che siamo in guerra perché c’è un colpevole: Vladimir Putin.

fausto bertinotti fausto bertinotti

«[…] Dopo la guerra fredda doveva venir meno la ragion d’essere della Nato. […] è un fatto che la Nato abbia manifestato una tendenza a espandersi fino ai confini della Russia.

Covava nell’impero di Putin un’antica istanza permanente: quella della “grande Russia”, che si esprimeva con la richiesta legittima di essere riconosciuta come una potenza mondiale e non regionale. La strategia del contenimento dettata dall’Alleanza atlantica, invece, generò delle frizioni. Fino alla scelta, sciagurata, di Putin».

PUTIN ZELENSKY PUTIN ZELENSKY

 

[…] Tornando all’oggi: considera il leader ucraino un prodotto mediatico?

«Sì, come tutto, del resto. Zelensky non è l’eccezione, è la regola. Guy Debord parlò tanti anni fa della “società dello spettacolo”. Oggi vi siamo immersi. Persino la tragedia della guerra è raccontata con il linguaggio dello spettacolo».

 

Lo spettacolo regna, al punto che la politica per una settimana non ha fatto che parlare di Sanremo. Con il presidente della Repubblica per la prima volta in platea. È rimasto perplesso?

gianni morandi chiara ferragni amadeus in diretta instagram con fiorello gianni morandi chiara ferragni amadeus in diretta instagram con fiorello

«Che Mattarella vada a Sanremo mi pare ragionevole. Se si va alla Scala riconoscendo la cultura alta, si può anche andare a Sanremo riconoscendo la cultura bassa. Se milioni di italiani si sintonizzano sul festival, ne fanno un elemento che entra nella storia del paese. La mia parte politica ha faticato a impararlo, perché eravamo intrisi di cultura aristocratica: ci piacevano le canzoni d’autore, non quelle popolari. Ma attenzione: Sanremo è importante sul piano storico-culturale. Ma non può essere un’arena politica». […] «[…] Il politico deve resistere alla subalternità della politica nei confronti dello spettacolo, altrimenti diventa servile. […]».

 

putin zelensky biden putin zelensky biden

Anche cantanti e rapper dovrebbero fare semplicemente il proprio mestiere?

«No, tra cantanti e politici, sono i secondi a essere colpevoli. La politica è colpevole di essere scomparsa: per forza il suo terreno viene occupato da altri».

 

Il ritornello sui diritti civili lanciato a più riprese dal palco di Sanremo è un messaggio rivoluzionario?

«No, rivoluzionario no. […] è un segno dei tempi. Caduta […] l’ipotesi rivoluzionaria, si è affermata come supplenza la tensione per i diritti civili. Parlerei di una teologia dei diritti civili, affiancata dall’altra teologia dominante, quella capitalistica […]».

GINO PAOLI AMADEUS GIANNI MORANDI GINO PAOLI AMADEUS GIANNI MORANDI

 

La sinistra italiana in realtà sarebbe in cerca di un nuovo segretario…

«Il Pd è un corpo privo di vita […] è stata attribuita a quel partito l’eredità di una grande storia, mentre al contrario […] ha consumato una rottura con le battaglie operaie […]».

 

In realtà, si dichiarano in prima fila sulle lotte per i diritti civili e ambientali.

GIUSEPPE CONTE ENRICO LETTA MEME GIUSEPPE CONTE ENRICO LETTA MEME

«Ma dove? Mi faccia l’esempio di una lotta condotta in Italia dalle forze del centrosinistra in favore di un diritto della persona: non hanno portato a casa nulla. Perché sono timidi, incerti, non sono mica Pannella. La massima secondo cui, abbandonata la lotta di classe, i comunisti sarebbero diventati un “partito radicale di massa” è fallita. Oggi il centrosinistra non è radicale: e men che meno di massa, visto che corrono il rischio di sparire».

 

Restano solo le rivalità personali?

«Sì, resta la contesa per il potere. Questa è la vera prigione in cui si è rinchiuso il Pd: la prigione del governo. Sono propensi a sostituire qualunque idea, pur di fare ingresso al governo. E non a caso negli ultimi anni sono entrati in qualsiasi governo. […]».

CONTE LETTA CONTE LETTA

 

Dunque il Pd è avviato alla scissione?

«[…] per fare una scissione serve una ragione forte. Ma oggi come si fa a scindere una cosa che non esiste?». […] «[…] il Pd rischia un lungo declino fino all’irrilevanza totale. Invece sarebbe stata un’operazione coraggiosissima quella dell’autoscioglimento. […]».

 

«Rifondazione» del Pd? Una parola che, detta da lei, suona come un revival.

«La rifondazione è una necessità, visto che la sinistra è uscita sconfitta dal Novecento. Io la vedo come una rinascita. Per rinascere, però, devi prima renderti conto che sei morto».

 

stefano bonaccini paola de micheli gianni cuperlo elly schlein stefano bonaccini paola de micheli gianni cuperlo elly schlein

Oggi al suo posto, a sinistra, troviamo Elly Schlein, Giuseppe Conte e Massimo D’Alema. Che effetto le fa?

«Ho un’antica propensione a evitare le valutazioni sui nomi. Questi però mi dicono pochissimo. Per giunta sono in continuità con il passato. […] La lezione europea è questa: la nuova sinistra non può nascere in continuità con la vecchia».

 

Dunque qual è il suo consiglio alla dirigenza della sinistra italiana?

«Cosa dovremmo fare? Un atto di passaggio di consegne. La passione politica vale per la vita, il mestiere no. Il mestiere a un certo punto deve finire: o quando hai una certa età, o quando hai perso». […]

ELLY SCHLEIN E STEFANO BONACCINI ELLY SCHLEIN E STEFANO BONACCINI PRIMARIE PD MEME BY DEMARCO PRIMARIE PD MEME BY DEMARCO dalema contestato a bari dalema contestato a bari MASSIMO DALEMA GIUSEPPE CONTE MASSIMO DALEMA GIUSEPPE CONTE

 

 

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