donald trump rupert murdoch

PERCHÉ RUPERT HA ABBANDONATO DONALD? MURDOCH NON È MAI STATO UN TRUMPIANO CONVINTO, ANCHE SE INSIEME A ROGER AILES HA CONTRIBUITO A PORTARE IL TYCOON ALLA CASA BIANCA, GRAZIE A FOX NEWS. LO "SQUALO" È PRAGMATICO E NEL 2016 AVEVA FIUTATO L'ARIA, MA ADESSO NON HA PIÙ SENSO TIFARE PER IL CAVALLO PERDENTE. NON A CASO LUNEDÌ IL “NEW YORK POST” È USCITO CON IL DURISSIMO EDITORIALE: “BASTA CON QUESTA FOLLIA, HAI PERSO LE ELEZIONI…” – IL FUTURO CANALE DIGITALE DI TRUMP E L’ACCORDO PER LE MEMORIE POST-PRESIDENZIALI DA 100 MILIONI

STOP THE INSANITY - IL NEW YORK POST DI MURDOCH ABBANDONA TRUMP

“PRESIDENTE, SMETTILA CON QUESTA FOLLIA!”: IL “NEW YORK POST” DI MURDOCH ABBANDONA TRUMP AL SUO DESTINO CON UN EDITORIALE DURISSIMO (DAGOSPIA DEL 28 DICEMBRE 2020)

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/flash-ndash-ldquo-presidente-smettila-questa-follia-rdquo-ndash-256616.htm

 

 

SLOGGIARE TRUMP, RUPERT MURDOCH HA PRONTO UN ACCORDO DA 100 MILIONI DI DOLLARI! - LO SQUALO COMPREREBBE I DIRITTI PER LA PUBBLICAZIONE DELLE MEMORIE POST-PRESIDENZIALI (24 NOVEMBRE 2020)

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ldquo-compriamolo-nbsp-cosi-lui-chiude-quella-cazzo-bocca-quot-253763.htm

 

trump murdoch

TRUMP NON PUNTA A VINCERE LE ELEZIONI, PUNTA A DIMOSTRARE CHE QUALCHE VOTO FARLOCCO (COM'È OVVIO) C'È STATO, E CHE QUINDI GLI HANNO RUBATO LA CASA BIANCA. IN PROGRAMMA C'E' LA NASCITA DI UN CANALE DIGITALE TRUMPIANO CHE FACCIA CONCORRENZA A FOX NEWS, VISTO CHE MURDOCH È TORNATO A ESSERE UN NEMICO (13 NOVEMBRE 2020)

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/trump-non-punta-vincere-elezioni-punta-dimostrare-che-qualche-voto-252652.htm

 

rupert murdoch

 

L’attacco di Murdoch a Trump: «Stai incitando un colpo di Stato»

Andrea Marinelli per www.corriere.it

 

La rottura fra Donald Trump e Rupert Murdoch si è consumata sulla prima pagina del New York Post, con un editoriale pubblicato nell’ultimo lunedì dell’anno. «Signor presidente, basta follie. Hai perso le elezioni, ma così puoi salvare la tua eredità e il Paese», titolava il tabloid di proprietà dello «Squalo», giornale che dal principio ha sostenuto la cavalcata presidenziale dell’immobiliarista della 57esima strada, protagonista per decenni della rubrica di gossip Page Six, ma che ora ha deciso di mollarlo.

 

O meglio, di provare a manovrarlo, cosa finora non riuscita ai leader (e agli opinionisti) repubblicani, in precario equilibrio fra la narrativa del presidente e le esigenze del partito, e timorosi di perdere l’elettorato in mano a Trump. «È ora di finirla con questa farsa, stai incitando un colpo di Stato antidemocratico», scrive l’editorial board, scegliendo con chirurgica cura le parole di un articolo intriso del pragmatismo conservatore e, soprattutto, scaturito dai rapporti mai semplici fra Trump e l’89enne magnate di origine australiana.

 

rudy giuliani sidney powell

«Hai tutto il diritto di fare indagini sulle elezioni, ma siamo chiari: non hai trovato nulla», spiega il Post, mettendo in fila le acrobazie di un presidente che, a distanza di quasi due mesi dal voto, non ha ancora voluto ammettere la sconfitta. «La tua campagna ha speso 3 milioni di dollari per il riconteggio in Wisconsin e Joe Biden ha finito per prendere 87 voti in più. In Georgia ci sono stati due riconteggi manuali, che hanno confermato la sua vittoria e smontato la teoria di una cospirazione venezuelana», prosegue il tabloid, sostenendo che l’avvocatessa Sidney Powell sia semplicemente «pazza» e che l’invito ad adottare la legge marziale da parte dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn, appena graziato, «equivalgano ad alto tradimento».

 

donald trump e ruper murdoch

Alle bastonate, necessarie ad attirare l’attenzione di Trump, segue poi una carezza strategica, con cui il quotidiano di News Corp — lo stesso gruppo della rete televisiva Fox News, megafono del trumpismo per cinque anni che sta ora a sua volta prendendo le distanze — prova a indicare la rotta a un presidente fuori controllo, che vuole soltanto la lealtà assoluta. «Capiamo che sei arrabbiato per questa sconfitta, ma continuare così è disastroso. Da giornale che ti ha appoggiato, ti offriamo un consiglio: se vuoi aumentare la tua influenza, e magari mettere le basi per un ritorno, devi incanalare la tua furia su qualcosa di produttivo», suggerisce il Post, giocando con gli istinti primordiali di un presidente ossessionato da vincitori e perdenti.

 

roger ailes e donald trump

«Smetti di pensare al 6 gennaio», giorno in cui il Congresso certificherà in un atto formale il voto del collegio elettorale, «e comincia a concentrarti sul 5 gennaio»: quel giorno si terranno in Georgia i due ballottaggi per il Senato, e se i democratici dovessero vincerli entrambi otterrebbero la maggioranza. «Se invece i repubblicani David Perdue e Kelly Loeffler dovessero vincere», spiega il tabloid, «impedirebbero a Biden di annullare quanto hai raggiunto. Un senato in mano conservatrici eviterebbe il ritorno del fallimentare accordo sul nucleare iraniano, la riapertura del confine con il Messico e l’aumento dei giudici della Corte Suprema», il cosiddetto «packing» che alcuni democratici — non Biden — sognano per riequilibrare il massimo tribunale americano, e che i conservatori temono.

 

lachlan e rupert murdoch

Come sfidasse un toro imbizzarrito, infine, il quotidiano di Murdoch sfodera un drappo rosso davanti agli occhi del presidente. «Ora immagina un governo controllato dalle tue nemesi: Nancy Pelosi alla Camera, Chuck Schumer al Senato e Joe Biden alla Casa Bianca. Quanto aumenteranno le tasse, quante tue iniziative saranno cancellate, quante udienze e indagini ci saranno sul tuo conto?», chiede con furbizia il Post, preparandosi alla stoccata finale.

 

rupert murdoch ivanka trump nella trump tower

«Hai cambiato la politica, una cosa che in pochi possono dire di aver fatto nella storia americana». Se la Georgia cade, conclude il quotidiano di Murdoch, «i democratici ti dipingeranno come un’aberrazione durata un solo mandato, e tu — francamente — li stai aiutando. Assicurarsi la vittoria in Georgia, invece, significa mettere al sicuro la tua eredità politica: puoi essere ricordato come un rivoluzionario, oppure come un anarchico con il cerino in mano, pronto a bruciare tutto».

rupert murdoch 2rupert murdochrupert murdoch 1rupert murdoch con i figli lachlan (a sinistra) e james (a destra)giro in go cart

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...