GLI AZZURRI CALANO IL TRIS – MURA: CONTRO L’URUGUAY BISOGNA ACCONTENTARSI DI UN 3-0 MATURATO NEL FINALE MA E’ UNA VITTORIA PREZIOSA PER IL RANKING: L’ITALIA TORNA TRA LE PRIME 10 - DOMENICA IL MATCH DA VINCERE CON MOLTI GOL CONTRO IL LIECHTENSTEIN PER LE QUALIFICAZIONI A RUSSIA 2018 - INFORTUNIO PER MARCHISIO – VIDEO

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Gianni Mura per la Repubblica

 

Mettiamola così: con tutto il rispetto per Tabarez e la Celeste, senza Godin, Suarez e Cavani l' Uruguay non è uno storico osso duro come dimostrano le sole due vittorie concesse all' Italia nei dieci incontri precedenti. Se dopo una manciata di minuti va sotto per un' autorete di Gimenez, nel più puro stile- Niccolai, tiro di controbalzo all' incrocio, diventa un biscotto abbastanza morbido.

ITALIA URUGUAY ITALIA URUGUAY

 

Nemmeno si vede, per tutto il primo tempo, la famosa "garra charrua". E senza garra si corricchia, non c' è gara. Riaffiora nel secondo tempo: dopo il terzo cartellino giallo l' arbitro chiama i capitani e ricorda che trattasi di amichevole.

 

Poco amichevole era stato il pestone di Nandez a Barzagli, ma anche quello di Marchisio dopo 4' su Gimenez, mentre Immobile era stato ammonito per proteste (reclamava un rigore non evidentissimo).

Siamo a fine stagione, si gioca più per dovere che per piacere. La partita di Nizza è stata spettacolarmente avara, anche se l' impegno non è mancato. Visto che col Liechtenstein occorrerà segnare parecchio, per ora bisogna accontentarsi di un 3-0 maturato nel finale: raddoppio su tiro sbagliato di Gabbiadini che diventa un assist per Eder, chiude al 90' De Rossi su rigore. Ma è pur sempre un 3-0 all' Uruguay. Oppure bisogna festeggiarlo senza eccedere perché porta l' Italia nelle prime 10 della classifica Fifa, perché la vittoria è meritata, perché Donnarumma non ha corso pericoli.

 

L' eventuale 1-1 di Caceres, incornata su angolo, è stato annullato per spinta, non solare, a Montolivo. E, ancora, perché ogni partita consente di crescere, di oliare la formula del 4-2-4, non molto convincente in fase offensiva. Nei ripiegamenti sì, negli attacchi meno: un po' per scelte sbagliate quando si era in superiorità numerica, un po' perché si è giocato poco sugli esterni preferendo lo sfondamento centrale.

 

ITALIA URUGUAY 4 ITALIA URUGUAY 4

Insigne, poi Eder i più vispi come tiratori, bene Darmian, benino Spinazzola, più sulle sue perché quei pochi attacchi l' Uruguay li ha impostati dalla sua parte, sulla destra.

Già nel primo tempo Muslera, che ha evitato un paio di gol, ritardava le rimesse dal fondo. Questo per dire dell' atteggiamento degli avversari, che in avvio hanno scelto il piccolo trotto e i nostri si sono adeguati. Sfortunato Marchisio, rientrato dopo mesi e messo fuori dopo 17' da un guaio muscolare. Al suo posto Montolivo, che ha dato equilibrio al reparto. Quando il tono agonistico della partita si è leggermente scaldato, l' Italia s' è adeguata nel modo giusto. I nuovi entrati, da Eder a El Shaarawy, avevano forse più fame. Da qui a domenica, devono crescere fame e lucidità.

 

2. L'ITALIA BATTE IN AMICHEVOLE L'URUGUAY

 

Stefano Cantalupi per gazzetta.it

 

E' un 3-0 forse un po' largo, quello dell'Italia a Nizza. Ma ci sta, perché gli azzurri s'impegnano fino alla fine contro l'Uruguay e meritano di incassare questo tris in amichevole, importante per il ranking e per un eventuale spareggio verso Russia 2018.

ITALIA URUGUAY ITALIA URUGUAY

 

MARCHISIO SI FERMA — Si conferma opzione credibile, il 4-2-4, a prescindere dalle scelte che verranno fatte il 2 settembre a Madrid. E non è una novità: gli azzurri avevano mostrato ottima propensione all'apprendimento già nei precedenti esperimenti. Insigne alterna tiri a giro a tocchi di prima e lanci a tagliare il campo, l'intesa Belotti-Immobile è un punto fermo, Candreva è da tempo una colonna azzurra come De Rossi e Marchisio (che però si fa male subito, guaio muscolare, dentro Montolivo).

 

Propositivo, come sempre gli accade nell'Atalanta, anche Spinazzola in questo suo inizio di avventura in Nazionale. L'Uruguay, va detto, si presenta in Costa Azzurra senza Cavani, Suarez e Godin, che da soli valgono una squadra intera. E' però pur sempre una nazionale solida, di grande tradizione, in piena corsa per la qualificazione al Mondiale 2018 dopo averci eliminati dall'edizione 2014. Test significativo, dunque.

 

VENTURA VENTURA

RIGORE SU IMMOBILE? — Motivati a dovere, gli azzurri partono forte e dopo 7 minuti sono già in vantaggio: Belotti mette a terra un lancio lungo, Gimenez cerca di anticiparlo e manda il pallone alle spalle di Muslera con un esterno destro da antologia dell'autorete. Non sarà l'unica emozione del primo tempo: Belotti e Insigne hanno buone occasioni, Immobile chiede un rigore per un fallo di Coates e rimedia invece un giallo per proteste. Dall'altra parte, ordinaria amministrazione per Donnarumma, osservato da Buffon che siede in panchina. Gli juventini hanno il morale a terra, ma ci sono: Bonucci e Barzagli formano la coppia centrale davanti a Gigio.

 

SCATTO FINALE — Ripresa senza Belotti, spazio a Eder. I ritmi sono più bassi, la Celeste prende coraggio e sfrutta un calcio da fermo per segnare, ma il colpo di testa di Caceres viene considerato irregolare per fallo su Montolivo. Anche qui c'è più di un dubbio. Poco prima, Bernardeschi aveva rilevato Candreva, poi è Insigne a lasciar spazio a El Shaarawy. Cambi che inizialmente non aiutano l'Italia a spingere, e Ventura s'arrabbia più di una volta. La strigliata serve. Spinazzola, tra i più desiderosi di mettersi in mostra, recapita sulla testa di Eder il pallone del raddoppio, ma la finalizzazione è imprecisa.

VENTURA VENTURA

 

Da sinistra arriva anche una bella iniziativa di El Shaarawy, Muslera deve superarsi in tuffo. La redenzione di Eder arriva al minuto 82: Muslera si fa trovare fuori porta sul diagonale di Gabbiadini (appena subentrato a Immobile) e l'interista lo punisce correggendo in porta con perfetta coordinazione. Gli uomini di Tabarez si sfilacciano, El Shaarawy prima della fine conquista un rigore che De Rossi trasforma. La ciliegina della serata, nel giorno in cui Daniele supera il monumento Zoff tra i più presenti in maglia azzurra.

 

 

 

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