silvio berlusconi coronavirus covid

LA SPERANZA CONTRO IL COVID SI CHIAMA REMDESIVIR – BERLUSCONI È STATA LA CAVIA NUMERO 1: DOPO LE PRIME SPERIMENTAZIONI CON SUCCESSO A CHICAGO, GENOVA E CASERTA, IL BANANA CONFERMA LA POTENZA DEL FARMACO CON CUI È STATO CURATO AL SAN RAFFAELE – LA CINA LO AVEVA BOCCIATO, MA TRUMP A LUGLIO CI HA VISTO LUNGO ACQUISTANDO TUTTE LE SCORTE PER TRE MESI – L’"ECONOMIST" LO AVEVA PROMOSSO GIÀ AD APRILE E ORA È STATO APPROVATO ANCHE IN ITALIA..

1. Remdesivir, per l’Economist è la speranza (in attesa del vaccino) nella battaglia contro il coronavirus – articolo del 21 aprile

Caterina Galloni per "www.blitzquotidiano.it"

 

ZANGRILLO BERLUSCONI

Coronavirus, alla ricerca del vaccino. Remdesivir è il nome di un farmaco che potrebbe segnare una svolta.

In Italia è stato già usato con successo a Genova e Caserta.

Potrebbe diventare, secondo il settimanale inglese Economist, quel farmaco efficace per il trattamento di Covid-19 che trasformerebbe la battaglia contro la pandemia.

Questa speranza ha alimentato la caccia a un farmaco contro il Covid-19 sin dai primi giorni della pandemia.

 

È remdesivir, un antivirale sperimentale, che si sta rivelando il più interessante.

Remdesivir 1

Il 17 aprile, dopo la pubblicazione su STAT – sito di notizie mediche online – che la sperimentazione del farmaco lasciava ipotizzare risultati impressionanti, il prezzo delle azioni del produttore, Gilead Sciences, è salito del 12%.

 

A differenza dei farmaci come l’idrossiclorochina, che curano altre malattie ma potrebbero avere effetti antivirali, fin dall’inizio remdesivir è stato progettato per uccidere i virus.

È una molecola nota come “analogo nucleosidico”.

La sua struttura simula le lettere utilizzate per creare le sequenze di RNA del virus. L’idea è che quando i virus provano a usare queste pseudo-lettere, il loro meccanismo si inceppa.

berlusconi san raffaele

 

Gilead, farmacista californiano, ha sviluppato remdesivir per curare l’Ebola.

Seppure poco soddisfacente su Ebola, i test di laboratorio hanno dimostrato che è efficace contro una vasta gamma di virus.

C’è una speranza che possa funzionare contro il nuovo coronavirus, chiamato SARS-CoV-2.

 

Un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, riferisce che è migliorato il 68% di 53 pazienti gravemente malati di Covid-19, a cui è stato somministrato il remdesivir.

Tra gli scienziati, lo studio non ha mancato di sollevare polemiche.

La prima: dato il piccolo numero di pazienti, gli errori possono essere enormi.

coronavirus 2

 

Inoltre, lo studio non è stato “randomizzato”, dunque non c’è modo di sapere se il campione riflette correttamente la popolazione di pazienti gravemente malati.

Infine, non vi era alcun gruppo di confronto a cui era stato somministrato un placebo, ovvero una sostanza senza effetti terapeutici, per stabilire la reale efficacia del farmaco.

Nonostante l’entusiasmo che ha sollecitato, il report di STAT è stato poco più di una conversazione trapelata tra i medici.

 

Berlusconi covid

L’argomento riguardava una sperimentazione presso l’University of Chicago su 125 pazienti, per lo più gravemente malati di covid-19.

Uno dei dottori afferma che la maggior parte dei pazienti era stata dimessa e solo due erano deceduti.

Ma anche se ciò fosse corretto, la mancanza di un gruppo placebo rende difficile valutare la reale efficacia del farmaco.

 

Anche se la terapia con il farmaco avesse successo, è ancora sperimentale e di solito in queste circostanze è disponibile solo in quantità limitate.

Per soddisfare la domanda di utilizzo nella sperimentazione, Gilead ha aumentato la produzione.

Il 5 aprile, ha affermato di avere abbastanza prodotti, sufficienti per più di 140.000 pazienti.

 

LA FAMIGLIA BERLUSCONI E IL CORONAVIRUS BY GIANBOY

Cifre più grandi di quanto solitamente è richiesto dagli studi clinici, e ciò fa ipotizzare che Gilead stia aumentando la produzione per uso clinico.

L’azienda ha inoltre affermato che spera di aumentare di nuovo la produzione non appena saranno disponibili le materie prime.

 

In prospettiva, pensando a un uso ancora più ampio, l’azienda ha fissato un “obiettivo ambizioso”: entro ottobre produrre, grazie a un gruppo di distributori geograficamente diversificato, oltre 500.000 cicli di trattamento e 1 milione entro la fine dell’anno.

La migliore soluzione alla pandemia è ancora un vaccino contro la SARS-CoV-2: impedirebbe il contagio anziché essere curati dopo aver contratto il virus.

SILVIO BERLUSCONI AL SAN RAFFAELE CORONAVIRUS

Ma un farmaco efficace, anche in piccole quantità, farebbe un’enorme differenza, e inoltre accelererebbe lo sviluppo di un vaccino.

 

Il modo più rapido per verificare se un vaccino funziona è somministrarlo a un gruppo di volontari (e un placebo a un altro), dunque esporli al coronavirus.

Ciò è eticamente discutibile per una malattia per cui non esiste una cura. Un buona terapia consentirebbe di andare avanti nella sperimentazione.

 

2. Coronavirus, Usa acquistano tutte le scorte mondiali di Remdesivir per 3 mesi – articolo dell’1 luglio 2020

Da "www.blitzquotidiano.it"

 

donald trump

L’antivirale, prodotto dalla società californiana Gilead Sciences, è uno dei due farmaci che hanno dimostrato di funzionare contro il Covid-19.

“Per quanto possibile, vogliamo garantire che qualsiasi paziente americano che abbia bisogno del Remdesivir possa ottenerlo”, ha detto il ministro Usa.

Il farmaco è pensato per disinnescare il meccanismo mediante il quale il virus si replica e magari surclassa il sistema immunitario dell’ospite.

 

silvio berlusconi

A maggio ha ottenuto l’approvazione urgente dalla Food and Drug Administration (FDA) americana; e alla fine di giugno, quella dell’Agenzia europea per il farmaco, l’Ema, prima dell’ok definitivo della Commissione.

La raccomandazione dell’Ema si basa sui risultati preliminari del più grande studio finora condotto sul Redemsivir, pubblicato sul New England Journal of Medicine, secondo il quale accelera di 4 giorni (da 15 a 11 giorni) il recupero dei pazienti più gravi (ma uno studio realizzato in Cina e pubblicato da Lancet non ne ha confermato l’efficacia).

 

L’amministrazione Usa acquisterà il 100% della produzione farmaceutica di luglio e il 90% di quella di agosto e settembre in modo da poter curare circa 80 mila pazienti.

Remdesivir, Paesi Ue restano a bocca asciutta

Remdesivir

Il farmaco è decisamente costoso: 309 dollari per fiala, pari a un totale di 2.340 dollari per l’intera cura. A maggio la Gilead aveva donato al governo americano il suo intero magazzino.

 

E in 127 Paesi poveri e a medio reddito, la società già permette ai produttori di fornire una versione generica del farmaco. Ma adesso i Paesi europei rimarranno a bocca asciutta: non saranno in grado di acquistarlo o produrlo.

donald trump

Se l’Europa, seppur con diverse zone d’ombra, sta uscendo dalla pandemia, rimane il timore di una possibile seconda ondata in autunno. Ma gli Stati Uniti sono ancora immersi nel pieno della crisi: sono la nazione più colpita al mondo, solo martedì sono stati segnalati 47.000 nuovi casi e conta praticamente un quarto dei 10 milioni di contagi nel mondo.      

 

L’amministrazione Trump ha già dimostrato di essere pronta a superare, in termini di offerte e manovre, qualunque altro Paese pur di garantire le forniture mediche di cui ha bisogno per gli Stati Uniti: a marzo fece clamore la notizia che la Casa Bianca aveva tentato di convincere l’azienda tedesca CuraVac a produrre un vaccino esclusivamente per gli americani.

 

Remdesivir

L’attuale mossa unilaterale allarma anche per le prospettive future, ad esempio nel caso in cui si arrivi a un vaccino.

L’altro farmaco, insieme al Remdesivir, risultato efficace contro il Covid-19 è uno steroide economico e molto usato, il desametasone, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito “una svolta” nella lotta contro il virus. 

coronavirus germania 1ospedale wuhanCORONAVIRUS CONTROLLI FIUMICINOcoronavirus al microscopio 4vaccino covid 1CORONAVIRUS NEGLI USAterapia intensiva coronavirusCORONAVIRUS A MILANO

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....