giuseppe conte mario draghi

CONTE STRATEGY – COME DAGO-RIVELATO, “GIUSEPPI” E CASALINO STANNO PROVANDO AD ALZARE LA TENSIONE SU DRAGHI: MA IL POST E LE USCITE DEI PARLAMENTARI SUL SUPERBONUS ERANO SOLO FUFFA. LA PROROGA NON COMPARIVA NEMMENO NEL RECOVERY PLAN SCRITTO DA LUI, E COMUNQUE DRAGHI HA SUBITO RASSICURATO I GRILLINI – CONTE SI È MESSO IN TESTA DI FAR SALTARE IL GOVERNO AL TERMINE DEL SEMESTRE BIANCO?

mario draghi giuseppe conte

1 - NON È CHE DIETRO AGLI ATTACCHI DEI GRILLINI A DRAGHI NELLE ULTIME 24 ORE C’È CONTE?

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/sono-tornate-casalinate-ndash-non-nbsp-che-dietro-268027.htm

 

2 - LA DOPPIA STRATEGIA DI CONTE SFIDA DRAGHI E AVVISA CASALEGGIO

Jacopo Iacoboni per “La Stampa”

 

giuseppe conte

È iniziato il Conte tre, in un certo senso: di lotta e di governo. Ieri l'ex premier - spesso accusato, anche nel gruppo parlamentare grillino, di essere fin troppo taciturno e poco decisionista nella stagione successiva all'uscita da Palazzo Chigi - ha scritto non uno ma due post Facebook, nei quali ritorna al centro della scena ma, soprattutto, fa capire in che modo ci intende stare, specialmente nei rapporti con il premier.

 

il post di conte sul superbonus nel pnrr

Nel primo scritto Conte manda un avviso, senza nominarlo, a Mario Draghi sul superbonus: «È una misura fondamentale. La presenza del superbonus nel Pnrr è quindi essenziale. Non possiamo permetterci di creare incertezza sul futuro di questa misura. La misura va prorogata fino al 2023 e, anzi, è necessario intervenire per renderla ancora più semplificata. Occorrono segnali politici forti e chiari».

 

ETTORE ROSATO

I toni e il piglio, estremamente assertivi, sono subito stati notati sia a Palazzo Chigi sia sul Colle. Non tanto perché la proroga del superbonus non compariva nel Recovery Plan di Conte stesso (Ettore Rosato, capogruppo di Italia Viva, l'ha subito attaccato: «Se era così importante per loro questa proroga perché non era contenuta nel Pnrr di Conte?»).

 

Semmai perché la questione del superbonus, nel momento in cui Conte ha scritto (la tarda mattinata di ieri) era già di fatto risolta, Draghi ha fatto subito arrivare al mondo grillino una chiara rassicurazione: lo rifinanzierà nella manovra in base a quanto la misura assorbe, e lo comunicherà ufficialmente in Parlamento.

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

 

Eppure il post di Conte ha avuto comunque l'effetto di alzare la tensione sull'ex presidente della Bce. Per tutta la giornata, molti grillini che dichiaravano su questo tema lo facevano per corrispondere all'avvocato. Qualcuno anche sorpassandolo per eccesso di zelo, come il sottosegretario Carlo Sibilia, arrivato a scrivere che se mancassero le risorse per il superbonus «è evidente che si creerebbe un grosso problema politico».

 

giuseppe conte

Come ci stesse rivelando, un po' troppo scopertamente, il film dei prossimi mesi del Movimento contiano. Nel gruppo grillino - dove gli unici due dirigenti ai quali viene riconosciuta una leadership reale, e del tutto autonoma da Conte, sono Roberto Fico e Luigi Di Maio - è stato immediatamente percepito che le parole di Conte ottenevano di fatto l'effetto di spingere una parte dei 5 stelle a lavorare ai fianchi Draghi.

 

Come se Conte stesse chiamando a una specie di politica del mordi e fuggi verso il premier. Di Maio ha provato invece ad abbassare la tensione, molto allineato con Draghi: «Sono già previsti ulteriori 18 miliardi per il Superbonus 110%, più di dieci 10 nel Pnrr e 8 nel fondo investimenti e, come ha detto il Ministro dell'Economia Daniele Franco, nei prossimi provvedimenti verranno stanziati i fondi per prorogare fino al 2023 il superbonus».

 

grillo conte casaleggio

Qualcuno, tra i grillini, si chiedeva: ci sarà un Movimento di Conte, che inizierà a mordere Draghi, mentre Di Maio resterà operosamente filogovernativo? Vedremo. Battuto questo colpo, l'avvocato del popolo si è dedicato al secondo post: stavolta, un avviso a Davide Casaleggio.

 

Ha osservato «personalmente auspicavo che si potesse trovare il modo di continuare ad andare avanti insieme» (cosa vera: Conte ha tentato di ricucire con Casaleggio, anche mettendo da parte l'orgoglio personale), ma «preso atto che questo non è stato possibile», l'avvocato spiega che manca ora solo «il trasferimento dei dati degli iscritti da Rousseau al M5S, che è l'unico ed esclusivo titolare del trattamento di questi dati. Ovviamente il Movimento, da parte sua, si farà carico di eventuali debiti contratti da Rousseau per conto del Movimento».

 

Conte vorrebbe partire il 1 maggio, la festa dei lavoratori, per proporsi davvero come un leader "progressista" ancora spendibile per Palazzo Chigi. Ci sarebbe già una sede del nuovo Movimento, in via di Campo Marzio. Ma Casaleggio ci starà a consegnare il tesoro, i dati degli iscritti, che sono iscritti a un'Associazione i cui due fondatori giuridici sono lui e Di Maio, non Conte e neanche Grillo?

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)